Lavoro, l’allarme dei sindacati: “150 mila posti a rischio”

Scenario da incubo per molti lavoratori. Stando agli ultimi dati, sembra che circa 150 mila posti di lavoro siano a rischio

licenziamento lavoratori

Gli ultimi mesi sono stati segnati dall’impatto del coronavirus, che si rivela essere la causa di ripercussioni negative sulla nostra vita, sia dal punto di vista sociale che economico. Molti imprenditori, purtroppo, hanno dovuto abbassare le saracinesche delle proprie attività, costringendo molte famiglie a dover fare i conti con una grave crisi economica.

Nel giro di un anno si sono persi oltre 600 mila posti di lavoro e, stando agli ultimi dati, sembra che circa 150 mila posti di lavoro siano a rischio. A lanciare l’allarme i sindacati, pronti ad una mobilitazione che vede schierare sullo stesso fronte imprese e sindacati. Una situazione che non passa di certo inosservata, con alcune categorie di lavoratori che temono di dover fare i conti con le possibili conseguenze sul proprio settore. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

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Licenziamento (Fonte foto: web)

Posto a rischio per 150 mila lavoratori. Non si tratta, in questo caso, di una delle terribili conseguenze dovute all’impatto del Covid, bensì dell’applicazione dell’articolo 177 del codice degli appalti. Quest’ultimo, infatti, impone ai titolari di concessioni dirette di affidare una quota pari all’80% dei propri contratti, mediante procedure di evidenza pubblica. Per il restante 20%, invece, è possibile ricorrere a società in house o a controllate-collegate.

Una vicenda che coinvolge in particolar modo le aziende che operano nel settore energetico, gas e ambiente, che potrebbero così vedere il proprio posto di lavoro a rischio a causa dell’esternalizzazione delle concessioni. Una vicenda che non è passata di certo inosservata, con i sindacati che hanno lanciato un appello.

La nota di Cisl e Flaei Cisl

Non capiamo il perché debba essere destrutturata un’attività che funziona bene, come quella del settore elettrico, per come lo abbiamo conosciuto fino ad ora. Il governo ascolti tutte le parti interessate e si domandi perché auspichiamo tutti la stessa soluzione, capisca la gravità delle conseguenze cui potrebbe condurre l’applicazione dell’articolo 177 del Codice degli appalti, con l’ esternalizzazione dell’80% degli appalti, mettendo in discussione così anche l’articolo 41 della nostra costituzione”. Così scrivono in una nota congiunta il segretario confederale della Cisl, Andrea Cuccello ed il segretario generale della Flaei Cisl, Amedeo Testa.

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Per poi aggiungere: “Non capiamo il recepimento di una direttiva europea che, per come dovrebbe essere applicata, non trova riscontro in alcun altro paese europeo. La nostra richiesta è semplice: l’articolo 177 deve essere fermato”. Sempre nella nota, quindi, sottolineano: “Altrimenti 150 mila lavoratori sarebbero a rischio occupazione e centinaia di aziende potrebbero avere contraccolpi ferali“. Un problema che “non riguarda solo i dipendenti del comparto elettrico, ma pure le aziende. Tutti devono fare la loro parte. Noi pronti alla mobilitazione“.

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