Di cosa abbiamo bisogno per viaggiare all’estero la prossima estate

In attesa del Green Pass Europeo vediamo quali sono le disposizioni che i singoli paesi dell’UE hanno ideato per viaggiare in sicurezza

Green Pass Europeo
Fonte Pixabay

Il Green Pass Europeo è sempre più vicino. La gente ha voglia di muoversi e viaggiare liberamente sia entro i confini nazionali che all’estero. Molti paesi si stanno attrezzando per non perdere denaro importante derivante dalla stagione estiva.

Il debutto del sopracitato strumento è fissato per il 30 giugno 2021, ma ci sarà una fase di sperimentazione antecedente. In pratica chiunque vorrà godersi le proprie vacanze in una nazione dell’Unione Europea dovrà avere un pass contente alcune informazioni piuttosto importanti per quanto concerne la sicurezza (sull’avvenuta vaccinazione, sull’eventuale guarigione dal covid oppure un tampone negativo effettuato 48 ore prima della partenza).

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Le regole per viaggiare in Europa in attesa dell’arrivo del Green Pass

Nel mentre però la stagione estiva non può aspettare, motivo per cui molti paesi hanno varato un proprio protocollo, che renderà gli spostamenti un po’ più complicati da un punto di vista burocratico.

Ad esempio in Islanda è già attivo il pass per turisti vaccinati, la Grecia invece propone le isole covid-free con tanto di pass per aprire al turismo già dalla metà di maggio. A lavoro anche Estonia e Regno Unito dove la presentazione del tesserino potrebbe essere estesa anche a bar e locali.

Capitolo a parte per i bambini. La maggior parte degli Stati del vecchio continente impongono un tampone negativo entro 72 o 48 ore dalla partenza. In base alle disposizioni del Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie dovrebbero essere esentati dalla pratica i bimbi con meno di 24 mesi. Anche su questa tematica per ora c’è difformità di azione, basti pensare che il Portogallo lo impone a tutti i minori senza limiti d’età.

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Tutto sembra procedere nel verso giusto, con la salute messa al primo posto. Eppure Didier Reynders membro della Commissione Europea teme che queste divergenze possano causare caos e false documentazioni che porterebbe anche ad un’ulteriore diffusione del virus. 

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