Assegno unico, si allungano i tempi: quanto dovranno aspettare le famiglie

Sembrava tutto pronto per l’estate, invece l’Assegno unico slitta al 2022. Restano però i parametri di assegnazione.

Assegno unico famiglie
Foto di Mario Renteria da Pixabay

Si attendevano novità per il mese di maggio ma di sicuro non di questo tenore. La misura dell’Assegno unico e universale, aspettato come il vero e proprio rinnovamento dei provvedimenti a sostegno delle famiglie italiane con figli, sembrava pronto a entrare in vigore entro l’estate. Invece, la data potrebbe essere posticipata e anche di parecchio: il nuovo orizzonte è addirittura gennaio 2022, come riferito dal ministro per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti. La quale ha tuttavia ribadito che l’iter della misura inizierà quando promesso, ovvero nel mese di luglio.

Il motivo viene semplificato dal ministro, spiegando in sostanza che l’Assegno unico partirà quando sarà scongiurata ogni possibilità di intoppo. “Siccome i dipendenti oggi stanno percependo le loro detrazioni in busta paga, siccome ci sono stati degli anticipi, questi primi sei mesi devono innestarsi su un percorso di detrazione fiscale che deve continuare. Le detrazioni fiscali saranno poi completamente assorbite nell’assegno unico da gennaio“. Le sorprese da scansare, quindi, riguardano soprattutto i termini contabili. Resta inteso che, fino a gennaio, i beneficiari dell’Assegno continueranno a usufruire degli altri benefici.

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Assegno unico, si allungano i tempi ma restano i parametri

Detto del rinvio, le disposizioni adottate per l’introduzione dell’Assegno unico restano le stesse. La proroga non riguarderà modifiche sull’assetto generale, quanto più la definizione di quegli aspetti tecnici che, sulla carta, dovrebbero impedire problemi al momento della partenza. I beneficiari saranno i cittadini italiani (o membri dell’Ue o con diritto di soggiorno permanente in uno Stato membro) soggetti al pagamento dell’imposta sul reddito. Altra prerogativa essenziale, l’essere residenti o domiciliati in Italia, con i figli a carico, durante la durata del beneficio. Via libera sia per i dipendenti che per gli autonomi.

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I beneficiari, saranno tutte le famiglie con figli fino a 18 anni. Una maggiorazione del 20% è prevista per tutti i figli successivi al primo, posto che le somme verranno erogate in base all’Isee dell’avente diritto. In caso di figli disabile, l’integrazione economica sarà compresa fra il 30% e il 50%. In generale, l’assegno non potrà risultare inferiore al trattamento già percepito dalle famiglie. Secondo quanto affermato dal premier Mario Draghi, comunque, si dovrebbe restare sui 250 euro mensili. Il limite di età è compreso fra il settimo mese di gravidanza e il ventunesimo anno di età. Qualora subentrino divorzi o separazioni, l’assegno sarà elargito all’affidatario.

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