Regioni, ora serve il pass: come funziona il nuovo “lasciapassare”

Tutto pronto per il ritorno in zona gialla della maggior parte del Paese. Mobilità ripristinata anche fra regioni di diverso colore. Ma occorrerà un pass particolare.

Poco più di una settimana e l’Italia si metterà di nuovo alla prova. Il 26 aprile, come annunciato dal premier Mario Draghi, torneranno le zone gialle in gran parte della Penisola. Questo significherà confrontarsi di nuovo con riaperture e restrizioni, cercando di bilanciare entrambe le cose per far sì che i contagi non tornino a portare una nuova ondata. Ripartenza delle attività resa necessaria dalla situazione economica del Paese, alle prese con i sostegni del Decreto numero uno e con il nuovo scostamento di bilancio. Quaranta miliardi che avranno il compito di alleviare le proteste degli scontenti e tamponare l’emergenza in attesa dell’estate.

Come si evolverà la situazione lo dirà il tempo. Assieme ai dati sull’indice dei contagi, con la speranza che la cabina di monitoraggio possa riscontrare una condizione sufficiente per un periodo di maggiori concessioni. Nel frattempo, bisognerà adeguarsi alle disposizioni che scatteranno il 26 aprile (perlopiù), con il parziale ritorno in zona gialla e le graduali riaperture che si concluderanno di fatto nel mese di giugno, con la ripartenza delle palestre. Qualcuno resterà nelle maggiori fasce di rischio ed è su questi territori che si è concentrata l’attenzione del governo in fatto di mobilità.

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Regioni, ora serve il pass: come si circola fra zone a maggior rischio

Ok alla mobilità fra zone gialle, sostanzialmente in modo libero se non nelle limitazioni imposte dalle strategie anti-Covid. Per quanto riguarda i territori posti in fasce differenti, ad esempio per spostarsi da zona rossa a zona gialla, sarà necessario un particolare pass, utile alla circolazione non motivata da ragioni di lavoro e di bisogno. Un lasciapassare a tutti gli effetti, con il quale dimostrare il possesso di alcuni requisiti essenziali all’ingresso in tali zone. Innanzitutto l’essere già vaccinati con la seconda dose o l’essere risultati negativi a un tampone (sia molecolare che antigienico) nelle 48 ore precedenti. Altra possibilità, aver contratto il Covid nei sei mesi precedenti ed esserne guariti.

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Al momento non è ancora stata definita l’immissione del pass. Verosimilmente, si tratterà di un documento cartaceo, al quale allegare o i riferimenti o le ricevute del tampone, così come del vaccino effettuato. Diverso il discorso se si rientra nella categoria dei guariti. In questo caso, infatti, potrebbe essere necessario un certificato medico che la attesti. Per il resto, bisognerà attendere l’esito della riunione del Cts, dalla quale dovrebbero uscire le disposizioni definitive per la mobilità regionale. In caso contrario, resta una settimana scarsa. Le risposte dovranno arrivare prima.

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