Astrazeneca, la polizia insorge: cosa sta succedendo

Militari e forze dell’ordine chiedono chiarezza sulla somministrazione del vaccino Astrazeneca che al momento per queste categorie è stato stoppato

Il vaccino Astrazeneca è senz’ombra di dubbio quello su cui aleggiano le maggiori perplessità. Ormai per svariate ragioni è diventato oggetto di demonizzazione. Ciò ha portato molte persone a rifiutare la dose del siero anglo-svedese.

Intorno la metà di marzo in Italia era stato stoppato per alcuni giorni per poi riprendere con la raccomandazione di somministrarlo solo agli over 60, visti che i rari casi di trombosi verificatisi sono riconducibili a persone giovani. Una strada dettata da Ema ed Aifa e seguita anche da altri grandi paesi come Germania, Francia e Spagna. 

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Astrazeneca: le preoccupazioni da parte della polizia e delle forze dell’ordine

Una calma apparente interrotta dall’insorgere di una nuova polemica. Ad avere delle rimostranze stavolta sono le forze dell’ordine. Dopo lo stop della somministrazione alla categoria pretendono delle rassicurazioni.

Ad esporsi sulla tematica è stato il segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia Stefano Paoloni. Ha spiegato a “IlGiornale.it” quali sono i punti che hanno generato allarmismo. In primis si vuole capire come verrà vaccinata la restante parte degli organi di sicurezza nazionale (circa il 10%).

Il secondo nodo da sciogliere è legato alle modalità di richiamo. E qui a mettere un punto alla polemica ci ha pensato la direzione centrale della sanità attraverso una circolare piuttosto esplicativa. Stando a quanto riportato dal documento, non ci sono controindicazioni al completamento del ciclo vaccinale con lo stesso prodotto a prescindere dalla fascia d’età.

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Ciò però non basta a smorzare le preoccupazioni dei corpi statali e militari che attendono ulteriori risposte dal Cts. Il lavoro di poliziotti e carabinieri prevede il contatto diretto con le persone, motivo per cui Astrazeneca non è ritenuto adeguato. Fin dagli albori il vaccino di matrice britanico-scandinavo è stato considerato utile (in base ai dati scientifici) solo per prevenire le forme gravi di covid e non per rendere immuni le persone.

Per questo Paoloni e tutto il corpo di polizia temono di essere una potenziale forma di contagio per la collettività. Per evitare sensi di colpa non vogliono lasciare nulla al caso. Insomma, una vicenda ingarbugliata che vedrà sicuramente ulteriori sviluppi nelle prossime settimane.

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