Faceva la bella vita con i soldi delle nostre carte di credito: arrestato

Si tratta di un latitante esperto in truffe ed estorsioni praticate con strumenti informatici. Ecco come agiva e dove è stato ritrovato dopo anni di ricerche 

Truffe

Aveva cambiato vita per continuare con le sue attività criminali, ma grazie ad un accurato lavoro di indagine da parte della Polizia, un malvivente di enorme fama è stato scovato e tratto in arresto.

Il personaggio in questione, è un uomo di 63 anni specializzato in raggiri effettuati tramite la rete. Per questo è stato condannato a 7 anni di reclusione per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione di strumenti di pagamento, truffa ed estorsioni.

Dopo l’emissione della sentenza ha fatto perdere le sue tracce. Nonostante lo stato di latitanza, la “voglia” di continuare le sue losche attività illecite non è affatto svanita. Si è solo trasferito dalla provincia di Cosenza a quella di Roma, nella fattispecie a Colleferro.

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La lunga carriera del criminale latitante tra truffe ed estorsioni informatiche

Decisivo il lavoro congiunto della Polizia Postale e Giudiziaria di Cosenza con quella di Roma. Attraverso approfondite analisi informatiche sono riuscite a risalire al malvivente.

Pensava di farla franca anche stavolta. Le recenti truffe commesse però di fatto sono state un vero e proprio assist per gli agenti, che lo hanno scovato un appartamento della cittadina dell’hinterland capitolino.

Durante la perquisizione nell’abitazione sono stati trovati numerosi strumenti informatici, documenti importante interesse investigativo, cellulari, carte di pagamento e dispositivi per la connessione ad Internet. 

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Tra gli altri fatti incresciosi appurati, va sottolineata l’ingente disponibilità finanziaria del soggetto latitante, il quale prelevava con una certa frequenza nelle postazioni bancomat della zona. Anche i filmati delle telecamere di videosorveglianza hanno avuto un ruolo decisivo nella vicenda. Grazie alle immagini è stato possibile identificare uno dei primi criminali informatici d’Italia. Ormai da troppo tempo si dilettava in falsificazione di strumenti di pagamento e in frodi informatiche. 

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