Fondo perduto ai pensionati, la postilla del Sostegni: come funziona

Anche gli autonomi in pensione potranno accedere alle risorse del Fondo perduto. Il Decreto prevede modalità del tutto simili ai lavoratori in attività.

Pensionati fondo perduto
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Nonostante le rimostranze delle Partite Iva sulle esiguità delle cifre stanziate, sembra piuttosto ampia la platea dei beneficiari del fondo perduto istituito dal Decreto Sostegni. In ballo, infatti, ci sarebbero anche alcuni rinforzi per la categoria dei pensionati. O meglio, dai lavoratori autonomi in regime pensionistico. Paradossalmente, i requisiti d’accesso non differiscono più di tanto da quelli necessari a coloro che fermi dal lavoro ci sono per altre ragioni. Il calo del fatturato rappresenta ancora un indicatore essenziale, così come i parametri di calcolo del contributo.

Il conteggio del fatturato, naturalmente, è riferito al periodo in cui questo si percepiva. Nello specifico, per poter fare richiesta occorrerà che nel 2019 (quindi un periodo relativamente breve di pensione) i compensi non siano stati superiori ai 10 milioni di euro. E, al contempo, che fatturato e corrispettivi dell’anno 2020 non generino un ammontare medio mensile superiore a quello del 2019. Per l’esattezza, dovrà essere almeno del 30% inferiore. Il calo del fatturato non sarà necessario qualora i beneficiari abbiano attivato la partita Iva dall’1 gennaio 2019.

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Fondo perduto ai pensionati, la postilla del Sostegni:

I sistemi di calcolo per riuscire a determinare quanto si andrebbe a prendere di contributo sono del tutto simili a quelli applicati per i lavoratori in attività. La percentuale viene applicata alla differenza fra fatturato e corrispettivi del 2020 e l’ammontare medio mensile del 2019. Il tutto a seconda dell’importo dei ricavi. Ad esempio, qualora non vengano superati i 100 mila euro, la percentuale applicata sarà del 60%. Del 50% per ricavi compresi fra 100 mila e 400 mila euro e così via. Fino a un minimo del 20% nel caso in cui i ricavi siano fra i 5 milioni e i 10 milioni di euro.

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Questo, naturalmente, in relazione ad autonomie aziendali. Nel caso di persone fisiche, l’importo minimo garantito è di 1.000 euro, di 2.000 per le società. Per quanto riguarda le modalità di domanda, la procedura è del tutto speculare a quella per i lavoratori autonomi in attività. Attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate sarà possibile scaricare il modello per la compilazione della richiesta. Lì andranno indicati i requisiti d’accesso che saranno passati al vaglio in fase di verifica. Alla fine dell’iter, il contributo dovrebbe essere accreditato direttamente su conto corrente.

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