1.400 dollari di addebito, ma non è una truffa: la colpa è del nipote

L’addebito di più di mille euro per delle transazioni che non si aspettava, ma non c’è truffa in atto: tutto lecito

Giochi su smartphone (Fonte foto: web)

I produttori di videogiochi, in quest’anno dove nei vari Paesi ci sono stati diversi lockdown, hanno guadagnato molto. Anche, forse soprattutto, le case che ripropongono delle varianti dei propri videogames anche in versione smartphone. Uno di questi cellulari, è costato  un addebito pazzesco, e la cliente ha pensato ad uno dei tanti tentativi di phishing come questo sms, andati a segno, su suo conto.

La signora Diana Liscoumb, dell’Ontario in Canada, si è ritrovata un addebito di 1.400 dollari sul cellulare, appunto credendo che ci fossero cause terze. Invece il ‘colpevole’ lo aveva in casa: suo nipote, che aveva scaricato tanti videogiochi andando a consumare la sua carta di credito. La donna ha rivelato che su richiesta, le è già stato detto che non verrà rimborsata.

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L’addebito è lecito: niente truffa

Effettivamente la donna canadese non ha ritrovato l’addebito sul proprio cellulare, l’eventuale truffa avrebbe quindi toccato i dati della propria carta, dove si è ritrovata con più di mille dollari in meno. Invece, la stessa, ha spiegato che suo nipote di 13 anni le aveva chiesto di usare la carta di credito, per comprare un gioco. Ma ciò che non si aspettava è che le commissioni avrebbero fatto impennare le cifre spese in un modo assurdo. Tra l’altro la banca non ha bloccato le transazioni perché non cosinderate operazioni insolite.

Il ragazzino, credeva che il gioco fosse gratuito e si è dispiaciuto dell’errore. La signora Diana ha anche affermato di essersi rivolta alla PlayStation, ma anche lì hanno detto di non dover restituire la cifra, perché ritenuta legittima ed irrimborsabile. A proposito di smartphone, se la donna in casa avesse uno di questi vecchi cellulari, potrebbe guadagnare anche più della cifra spesa, rivendendolo.

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“Ho solo il cuore spezzato e dalla banca mi hanno ripetuto di non poter far nulla, perché sono io ad aver autorizzato gli addebiti sulla carta di credito”, ha affermato la donna, spiegando anche il bel gesto del povero ragazzino: “Mio nipote si è persino offerto di trovare un lavoro quando compirà 14 anni per contribuire a pagare il debito”.

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