Aziende alberghiere tra Covid e Decreto Sostegni: futuro incerto

Il governo ha approvato il testo ufficiale del Decreto Sostegni che porta con sé delle misure a sostegno delle categorie maggiormente colpite. Tra queste le aziende alberghiere, il cui futuro è incerto.

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Photo by Tim Mossholder on Unsplash

Il 2020 è stato segnato dal Covid, che è entrato prepotentemente nelle nostre vite, portando con sé delle conseguenze negative sia per quanto riguarda l’aspetto economico che sociale. A partire dalle distanze, passando per l’utilizzo delle mascherine, fino ad arrivare al coprifuoco e alle limitazioni negli spostamenti, sono purtroppo tante le cose a cui bisogna prestare attenzione. Un contesto particolarmente difficile, che vede molti imprenditori costretti a tenere le proprie attività chiuse.

Molte le aziende che hanno registrato, purtroppo, un netto calo del fatturato, con inevitabili ripercussioni nei portafogli delle famiglie che trovano impiego nei settori maggiormente colpiti dalla crisi. Tra questi si annovera proprio il settore alberghiero, per cui il governo ha deciso di stanziare delle forme di sostegno ad hoc grazie al Decreto Sostegni. Ma saranno sufficienti? Entriamo nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

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Aziende alberghiere tra Covid e Decreto Sostegni: tutto quello che c’è da sapere

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Fonte: Pixabay

Il Consiglio dei Ministri ha finalmente approvato il tanto atteso Decreto Sostegni che dovrebbe portare con sé delle importanti misure a sostegno delle categorie maggiormente colpite dalla crisi Covid. Tra queste si annovera quello alberghiero, per cui è previsto un contributo percentuale in base alla differenza fra il fatturato del 2020, rispetto a quello del 2019. Al fine di poter accedere a tale misura, inoltre, la perdita del fatturato deve essere pari almeno al 30%, con l’azienda in questione che deve avere un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro.

Entrando nei dettagli sono previsti i seguenti contributi:

  • 60% sulla differenza per ricavi nel 2019 non superiori a 100 mila euro;
  • 50% sulla differenza per ricavi non superiori a 400 mila euro;
  • 40% per ricavi non superiori a 1 milione di euro;
  • 30% sulla differenza per ricavi non superiori a 5 milioni di euro;
  • 20% in presenza di ricavi non superiori a 10 milioni di euro.

Ma non solo, le categorie colpite dalla crisi Covid hanno la facoltà di stipulare accordi per i cosiddetti Covid Hotel e beneficare di una estensione della cassa integrazione per il sostegno dei lavoratori per ulteriori 28 settimane. Aiuti di per sé importanti, ma che potrebbero, purtroppo, non rivelarsi sufficienti.

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Come sottolineato da Roberto Necci, Presidente del centro studi della Federalberghi Roma, infatti: “Gli alberghi come noto sono strutture pesanti da un punto di vista di costi anche fissi e difficili da sostenere in assenza di ricavi. Sperare in imminenti riprese è piuttosto irrealistico“. Per poi aggiungere: “Continuare a pensare che domani tutto ripartirà senza fare i conti con il presente è mera utopia“.

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