Dl Sostegni: una manovra da 20 miliardi per cancellare gli atti

Il Dl Sostegni fa già parlare di sé da quasi un mese, eppure non è ancora stato ufficializzato, ma quanti soldi ci costerà?

Non è ancora stato finalizzato, ma sta già facendo discutere da settimane. Il Decreto Sostegni, prima idea realizzabile a breve del Governo Draghi, che andrebbe a bruciare tutte le cartelle esattoriali fino a 5.000 euro, mai pagate dal 2000 al 2005. “L’obiettivo è alleggerire il magazzino dell’Agenzia delle Entrate, il provvedimento dovrebbe portare alla cancellazione di circa 61 milioni di cartelle che valgono un miliardo, consentendo così all’Agenzia di concentrare l’attività sulle pratiche effettivamente esigibili”, ha spiegato il sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon.

Saranno 137 milioni di pratiche, quelle rimaste incompiute all’interno dell’Agenzia delle Entrate, tra multe e tributi, con molte cartelle che restano comunque inferiori ai 3mila euro. In realtà secondo Durigon, la volontà di liberare i magazzini dell’Agenzia, sarebbe così forte da indirizzare la prescrizione, alle cartelle fino a 10mila euro.

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Dl Sostegni: in cosa consiste e quanti soldi vanno via

La Lega chiede una chiusura del Decreto entro il week end, si ha fretta di iniziare, anche perché c’è chi attende i famosi ristori, ormai da gennaio. Ma cosa ne sarà dei soldi per le coperture sanitarie? Solo 4,8 miliardi in totale, sarebbero destinati ai vaccini, alla logistica, al piano di somministrazione delle dosi ed al progetto di autoproduzione del vaccino, da parte del Paese. E questo, grazie persino ad un aumento dei fondi inizialmente stanziati per le spese sanitarie, inizialmente fermi a 2 miliardi.

Ancora il sottosegretario Durigon, parla di un valore di 20 miliardi per la nuova manovra: “ma tutto dipenderà dalla campagna di vaccinazione”, spiega. Inoltre, nel tentativo di raccimolare delle risorse, sarebbe al vaglio l’interruzione del Cashback, dalla prossima estate. Piano, che non solo non piace all’UE, ma non soddisfa nemmeno Mario Draghi.

Cancellando il progetto Cashback, si riuscirebbero a liberare 3 miliardi circa da rimescolare negli interventi sull’economia. 12 miliardi a fondo perduto poi, sarebbero spesi all’interno dei ristori per le imprese, delle partite IVA e dei professionisti. Infine, il Dl stanzierebbe anche 600 milioni al “comparto neve”, vale a dire ristori destinati alle attività che nelle località sciistiche sono state costrette alle chiusure a causa della pandemia.

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