La truffa del pagamento in contrassegno: come evitare il tentativo di phishing

Approfittando dell’emergenza sanitaria alcuni truffatori tentano di derubare ignari acquirenti online con messaggi scam.

Phishing Poste

La truffa del pagamento in contrassegno gira in molte caselle di posta di acquirenti ignari del trucco.

Infatti tutto parte dalla ricezione di una mail che riporterebbe l’acquirente online ad una nota azienda di consegna pacchi. A quel punto scatta la trappola.

La fantomatica azienda richiede l’inserimento di dati personali e di dati bancari con la scusa del pagamento di una piccola somma per ricevere il pacco sicuramente.

Un trucco per usufruire dei dati della persona e svuotargli il conto corrente in pochissimo tempo.

La truffa del pagamento in contrassegno: come evitare il tentativo di phishing e di farsi svuotare il conto

Un’altra spiacevole vicenda legata al phishing è accaduta qualche giorno fa.

Nel trevigiano un libero professionista del posto ha ritrovato sul suo conto una bruttissima sorpresa.

Tutto è incominciato con un SMS arrivato sul telefono dell’uomo, per parte della sua fantomatica banca, dove era scritto che si era rilevato un ingresso anomalo sul suo conto corrente e si consigliava di chiamare un numero call center di riferimento.

L’uomo allora chiamando il numero e parlando con il finto operatore, si è fatto guidare al meccanismo da attuare per sbloccare il conto che era stato, detto dallo stesso operatore, hackerato.

Entrando dunque nel sito della banca (anch’esso falso), il professionista ha seguito esattamente ciò che l’incaricato telefonico gli diceva, passo passo fornendo dati sensibili riguardo i suoi conti bancari con l’obiettivo appunto di bloccare l’hackeraggio.

L’uomo però non si stava rendendo conto che l’hacker lo stava truffando proprio in quel momento!

Poco dopo aver riagganciato con l’operatore infatti, l’uomo ha nuovamente chiamato la banca, questa volta al contatto reale, per sincerarsi che la transazione fosse andata bene e di aver sistemato la questione.

Ad attenderlo però un’amara scoperta: mentre l’uomo forniva dati sensibili ai truffatori, gli venivano sottratti tramite varie operazioni spalmate su più codici IBAN circa 100.000 euro (esattamente 98.500) tra le operazioni andate a buon fine mentre circa 50.000 erano stati salvati per le operazioni respinte.

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