Scontrini fiscali: chi rischia la chiusura dell’attività

Rebus scontrini fiscali: perchè alcune attività rischiano la chiusura

Lotteria scontrini
Foto di Photo Mix da Pixabay

Avete sentito parlare del nuovo sistema sanzionatorio degli scontrini fiscali? La nuova legge di Bilancio 2021 ha adeguato le pratiche di ravvedimento oneroso e l’atto di contestazione degli scontrini fiscali generando un vero rebus, che rischia di veder chiudere di molte attività, per un fatto accaduto anni prima. Di cosa stiamo parlando?

Rebus scontrini fiscali: perchè alcune attività rischiano la chiusura

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Perché alcune attività sono a rischio chiusura? È una fattispecie molto particolare. Cerchiamo di spiegarlo in dettaglio. In precedenza, tutte le attività lavorative, avevano l’obbligo di inviare all’Agenzia delle Entrante I corrispettivi scontrini fiscali al fine di semplificare le procedure di contabilità e combattere le frodi fiscali.

Ad oggi, a distanza di qualche anno dall’entrata in vigore, restano incognite e critiche alcune informazioni. Questa situazione susciterà conseguenze pensanti per i titolari di imprese.  “Il Dlgs 471/1997 articolo 6 del comma 2-bis ha stabilito che alle irregolarità che riguardano la trasmissione telematica o la memorizzazione dei corrispettivi si applica una sanzione pari al 90%.

La sanzione è calcolata in base all’imposta da versare. Inoltre, è previsto che, in presenza di un verbale di contestazione, la omessa o infedele memorizzazione dei corrispettivi non è soggetta a ravvedimento.”

Rebus scontrini fiscali: Che fare?

Come si può affrontare questa problematica? L’Agenzia delle Entrate, ha chiarito nella circolare n. 42 del 12 ottobre 2016, questa situazione. Si può procedere attraverso il ravvedimento operoso”, un’azione in cui il contribuente ha la possibilità di regolarizzare la propria posizione fiscale a seguito di mancato, omesso o insufficiente versamento di imposte e tributi.) Si procede a ciascuna violazione , pagando una sanzione di 500 euro circa.

Un altro metodo diverso al ravvedimento, è attendere l’atto sanzionatorio dall’Ufficio dell’Agenzia dell’Entrate. Le strade da seguire sono solo due. Prima di scegliere il ravvedimento operoso, consigliamo di valutare la convenienza e rivolgersi ad un consulente del lavoro, che potrà guidarvi nella risoluzione di questa problematica.

In ogni caso è sempre meglio rivolgersi ad una persona esperta per comprendere come risolvere la situazione creatasi. Considerare la possibilità di rimettersi in regola ed in che modo.

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