Ponte Morandi, indagati si tutelano: come stanno “salvando” il loro patrimonio

La Guardia di Finanza ha portato alla luce diverse operazioni finanziarie da parte delle persone indagate per il crollo del Ponte Morandi 

Ponte Morandi
Fonte Pixabay

Sono passati due e anni mezzo dal tragico crollo del Ponte Morandi a Genova e ancora gli strascichi sono tangibili. In attesa del processo e della constatazione dei responsabili dell’accaduto, che renda giustizia una volta per tutte alle 43 vittime e a tutta la città, la Guardia di Finanza ha fatto una scoperta di non poco conto.

L’indagine ha portato a galla delle operazioni sospette da parte di alcune delle persone indagate. Naturalmente le Fiamme Gialle hanno subito richiamato l’attenzione dei pm Walter Cotugno e Massimo Terrile, che stanno seguendo l’inchiesta sul disastro del viadotto di Polcevera.

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Ponte Morandi, i movimenti finanziari sospetti degli indagati

Tra i coinvolti nella vicenda c’è Autostrade per l’Italia a cui vengono contestati anche le barriere fonoassorbenti difettose e la falsificazione dei report sulla sicurezza dei viadotti. Il tutto potrebbe sfociare in un unico grande procedimento che potrebbe mettere in atto cause civili e penali.

Nel frattempo diversi manager a rischio si stanno salvaguardando i loro patrimoni con escamotage su cui la Guardia di Finanza è chiamata a dei seri approfondimenti per valutare se siano leciti o meno. Sono infatti molteplici le vendite di case, intestazioni a terzi e divisione di beni familiari.

Il sospetto è che dietro possa esserci un occultamento di capitali volta ad evitare espropriazioni in caso di condanna di risarcimento. Dunque non è assolutamente da escludere che possano trattarsi di operazioni ad hoc per proteggere i propri possedimenti. Insomma, un’indagine a doppio filo volta mettere la parola fine su un avvenimento che ha generato tanto dolore e sofferenza.

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