Draghi dice no agli sprechi pubblici… tra cui anche le pensioni

La mossa del nuovo Premier preoccupa e non poco i pensionati: il sistema previdenziale sarà seriamente messo in discussione.

Draghi fa tremare gli italiani: patrimoniale su IMU e catasto in arrivo
Mario Draghi (Fonte foto: web)

Si ha molto timore per ciò che potrebbe accadere alle pensioni con l’arrivo di Mario Draghi. Al momento l’età minima per ricevere il contributo previdenziale è di 67 anni con almeno 20 anni di contributi versati.

In questo anno si concluderà anche la difficile situazione di quota 100 con il quale sarà possibile andare in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi anticipatamente.

La scadenza momentaneamente per il prolungamento pensionistico di quota 100 è il 2022, anno entro il quale, se Draghi non regolarizzerà la situazione, non ci sarà più possibilità della pensione anticipata e si resterà sui 67 anni per tutti.

Anche la commissione europea non sembrerebbe aver approvato definitivamente la quota 100. Al momento però il pensiero più importante per il governo sembrerebbe essere il recovery found, dunque le pensioni dovrebbero passare in secondo piano.

LEGGI ANCHE >>> Pensioni marzo, conclusi i pagamenti, Inps fa chiarezza sui tagli in assegno

LEGGI ANCHE >>> Pensioni, i cedolini delle nuove trattenute INPS e dei versamenti

Draghi dice no agli sprechi pubblici… tra cui anche le pensioni

Inoltre in questi ultimi giorni la Banca d’Italia ha inviato le linee guida che suggeriscono di aumentare il tempo lavorativo degli anziani cosi da migliorarne la vita.

Sarà difficile per Mario Draghi, che dovrà intrattenere anche una discussione con i sindacato e trovare una soluzione che alleggerisca un po’ le tensioni create da queste ultime dinamiche, come è stato anche per l’arrivo delle pensioni di marzo.

Bisognerà dunque trovare un modo per inserire le pensioni nella spesa pubblica in modo che non pesino eccessivamente al conto finale.

La Cisl ha messo in evidenza soprattutto un fattore importante:

“Quota 100 è stata utilizzata molto poco dalle donne, dal momento che raggiungere il minimo di 38 anni di contributi richiesti è estremamente difficile per molte lavoratrici a causa dei noti problemi di forte precarietà e discontinuità lavorativa.”

Impostazioni privacy