A Rovereto, un gestore appende un cartello contro uno dei suoi clienti: il furbetto del Cashback costa parecchio al distributore.
Non c’è pace sul fronte dei furbetti del Cashback. Il trucco del benzinaio è ormai diventato una “moda”, tanto che in alcune circostanze i benzinai stessi lanciano appelli affinché i clienti smettano di rifornirsi erogando pochi centesimi di carburante. Non solo un inganno rispetto al sistema Cashback (mirando naturalmente a rientrare fra i 100 mila fortunati che beneficeranno del maxi-rimborso da 1.500 euro) ma anche, alla lunga, un danno per le pompe di benzina. E nemmeno di poca entità, visto che si tratta non solo di uno spreco di carburante ma anche di carta da scontrino.
L’ultima segnalazione, in tal senso, arriva dal Nord Italia. Da Rovereto per la precisione, dove il gestore di un distributore ha lanciato un’accusa specifica a un suo cliente, colpevole di aver messo “a segno” una serie di rifornimenti da pochissimi centesimi. Un’operazione tecnicamente consentita, anche se evidentemente fuori dalle norme del pudore e dell’onestà, sia intellettuale che pratica.
Un leitmotiv che va avanti ormai da qualche tempo, soprattutto dall’introduzione della versione standard del Cashback. Un trucco a tutti gli effetti, che sfrutta un buco normativo e non viola alcuna regola nella corsa al maxi-rimborso. Allo stesso tempo, però, eseguire transazioni minime e in modo esasperatamente ripetuto rappresenta un grosso problema per gli esercenti.
LEGGI ANCHE >>> Cashback: per colpa dei ‘furbetti’ alla fine ci abbiamo rimesso tutti
LEGGI ANCHE >>> Super cashback: per colpa dei “furbetti” potrebbe essere abolito
Furbetti del Cashback, il trucco del benzinaio esaspera: l’appello del gestore
Nello specifico, al gestore di un distributore di Rovereto, scocciato da un cliente reticente: “Vieni tutte le mattine a fare il super Cashback e mi fai una decina di transazioni da 0,80 cent, ti chiedo cortesemente di smettere perché per noi sono un costo tra operazione e carta che ci sprechi”. Un cartello affisso al distributore e riferito a una persona ben precisa. Solo una delle tante, però, che ha deciso di adottare questo espediente per accaparrarsi un posto nell’élite di coloro che riceveranno il premio da 1.500 euro.
Un altro problema, nemmeno di poco conto, è che il ritmo assunto da alcuni partecipanti al gioco (eufemismo) del Cashback, renderà necessarie, alla fine della fiera, almeno 500 transazioni per riuscire a entrare fra i magnifici centomila. E’ vero che la prospettiva di intascare 1.500 euro fa gola a chiunque. Ma è anche vero che, di questo passo, si rischia di sminuire una pratica che ha già fatto abbondantemente discutere. Con la prospettiva concreta di delegittimarla del tutto. Almeno sul piano della credibilità.