Pensioni, addio definitivo a quota 100: chi ride e chi piange

Il Governo Draghi non ha ancora preso in mano la situazione inerente le pensioni. Allo stato attuale però sembra difficile auspicare una proroga di quota 100

Pensioni

Il tema pensioni dovrebbe essere tra quelli posti in cima alla lista delle priorità, ma almeno per ora il nuovo Governo non sembra ancora averlo messo in agenda. Sicuramente allo stato attuale ci sono faccende che vanno risolte con una certa urgenza, ma la riforma del sistema previdenziale prima o poi dovrà essere messa sul tavolo.

L’Inps è sempre più in difficoltà per via della situazione critica generale, ma in qualche modo il Governo può sempre intervenire in suo aiuto grazie alla fiscalità pubblica. Risolvere la questione pensione potrebbe dare una gran bella boccata d’ossigeno all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Vediamo ad oggi quali sono le prospettive inerenti questa spinosa faccenda.

LEGGI ANCHE >>> Pensione alle donne: chi lo fa nel 2021 non può più tornare indietro

LEGGI ANCHE >>> Pensioni, nubi si addensano a marzo: ecco chi rischia la sospensione

Pensioni e quota 100: i possibili scenari

Il 31 dicembre 2021 si concluderà l’esperimento quota 100. Grazie a questa innovazione voluta dal primo Governo Conte i lavoratori con almeno 38 anni di contributi possono uscire dal mondo del lavoro a 62 anni. Dunque, ben 5 anni prima della pensione ordinaria. Una soluzione che fa comodo sia ai lavoratori che all’aziende. In questo infatti vedono snellire il monte ingaggi.

A meno di clamorosi colpi di scena, la pensione anticipata nelle suddette modalità sembra destinata ad uscire di scena, anche perché costerebbe allo Stato circa 400 milioni di euro all’anno. Una vera e propria mazzata per chi già pregustava il meritato relax dopo una vita intera passata a lavorare duramente. Bisognerà aspettare altri 5 anni, che non sono affatto pochi, soprattutto dopo i 60 anni quando inevitabilmente si è soggetti ad un calo fisico fisiologico.

I sindacati però già stanno suonando la carica e hanno palesato le loro rimostranze nei confronti del neo Ministro del Lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando. Per questo passata la “tempesta” il premier Draghi dovrà varare una riforma. O quanto meno effettuare un intervento mirato sulle soglie di pensionamento e sui coefficienti di trasformazione.

Impostazioni privacy