Prelievo forzoso: 5 consigli per dormire sonni tranquilli

Il Covid ha costretto lo Stato a varare diverse misure finanziarie per risollevare una difficile situazione economica. Tra le varie ipotesi, si è tornati a parlare anche di prelievi forzosi sui conti correnti.

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Per prelievo forzoso si intende quell’azione compiuta dallo Stato italiano con la quale viene prelevata una percentuale di denaro dai conti correnti. Nello specifico è un’imposta che lo stato preleva, in modo arbitrario, dai conti correnti dei cittadini in periodi di particolare crisi economico finanziaria, per far fronte a un’esigenza di liquidità immediata. Il Governo, nel caso decida di adottare tale strumento, dovrà per prima cosa annunciare tale misura, definendone l’ammontare in percentuale rispetto al valore totale dei patrimoni disponibili, e infine prelevare coattivamente tale importo. Il correntista infatti non si potrà opporre. Saranno definiti dei limiti al prelievo, una soglia minima rispetto a quanto depositato nei conti correnti sotto la quale lo Stato non potrà operare il prelievo forzoso.

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5 consigli per difendersi dal prelievo forzoso

C’è però la possibilità di difendersi da tale strumento, evitando di tenere depositato troppo denaro sul conto corrente e adottando dei semplici accorgimenti:

  • evitare quei conti correnti a zero rendimento, con rendimenti negativi o con costi fissi elevati
  • trasferire parte o tutto il denaro in conti deposito vincolari a breve termine
  • investire in oro
  • investire in titoli di stato
  • diversificando gli investimenti delle azioni

Che differenza c’è tra patrimoniale e prelievo forzoso?

Non bisogna confondere il prelievo forzoso dall’imposta patrimoniale. Il prelievo forzoso infatti è un tipo di imposta patrimoniale caratterizzata da un prelievo immediato dai conti correnti in modo totalmente arbitrario, il cui scopo è quello di reperire in modo veloce risorse economiche per fronteggiare il rischio di un possibile default.

L’imposta patrimoniale è invece un’imposta diretta fissa o variabile, che colpisce il patrimonio posseduto da ciascun contribuente, sia mobile che immobile, e riguarda sia le persone fisiche che quelle giuridiche.

Il prelievo forzoso del 1992 a opera del governo Amato

In Italia il prelievo forzoso venne adottato e utilizzato solo una volta, attraverso il Decreto del governo Amato nel 1992, in un momento in cui la lira si trovava in forte difficoltà. In quel particolare momento storico, il Governo aveva cercato di mettere in atto diverse misure correttive che però non ottennerò il risultato sperato. Di conseguenza non ci fu altra soluzione che quella di effettuare un prelievo forzoso e coattivo dai conti correnti per un ammontare dello 0,6% della liquidità disponibile. Tale misura permise così di raccogliere circa 11 miliardi di lire. Attualmente, grazie all’Imu, le entrate dello Stato italiano ammontano ogni anno a 22 miliardi di euro, molto superiori rispetto alle entrate che potrebbero derivare un prelievo forzoso.

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