Piano Colao, lotta al contante e tassa sui prelievi: cosa c’è da sapere

Vittorio Colao è il nuovo ministro all’Innovazione tecnologica e alla Transizione digitale. Sono in molti, quindi, in attesa di scoprire se verrà attuato o meno l’ormai noto “Piano Colao”, messo già appunto per il governo Conte.

Dopo il crollo del Governo Conte Bis, Mattarella ha deciso di affidare l’incarico di guidare il nuovo esecutivo a Mario Draghi. L’ex governatore della Banca Centrale Europea ha quindi reso nota la lista dei nuovi ministri, tra cui spicca la figura di Vittorio Colao, nominato ministro all’Innovazione tecnologica e alla Transizione digitale.

Una figura finita spesso al centro dell’attenzione nel corso degli ultimi mesi, soprattutto per il cosiddetto Piano Colao. Una proposta per la ripartenza dell’Italia, messa a punto dal Comitato di esperti istituito con il DPCM Conte del 10 aprile 2020, che torna nuovamente
alla ribalta dopo la decisione di Draghi di nominare Colao ministro. A partire dalla lotta al cantante, fino ad arrivare alla tassa sui prelievi di contante al bancomat, infatti, sono in tanti a chiedersi cosa farà il nuovo ministro.

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Piano Colao, lotta al contante e tassa sui prelievi: i possibili scenari

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Lotta ai contanti, condono sui redditi non dichiarati con vincolo all’investimento e tassa sui prelievi al bancomat. Sono queste alcune delle misure proposte da Vittorio Colao all’allora premier Giuseppe Conte al fine di favorire la ripresa del nostro Paese, alle prese con l’impatto negativo del Covid sull’economia. Un piano che torna nuovamente al centro dell’attenzione, dopo la sua nomina, avvenuta lo scorso 13 febbraio 2021, in qualità di Ministro per l’Innovazione Tecnologica e Digitale nel Governo Draghi.

Tra i temi principali al centro dell’attenzione del cosiddetto Piano Colao la lotta all’evasione fiscale, da effettuare anche grazie ad un maggior utilizzo degli strumenti digitali, disincentivando l’uso del contante. A tal fine il piano proposto dalla task force di esperti parlava dell’introduzione di una voluntary disclosure sul contante, con un’imposta dal 10 al 15%. Un condono vincolato, con l’obbligo di utilizzare la somma sanata in attività volte a favorire la ripresa. Ma non solo si chiedeva di rendere “rapidamente fuori corso le banconote in Euro di maggior taglio”, ovvero da 500 e 200 euro. Da non dimenticare poi il suggerimento di applicare una tassa sui prelievi di contante, in modo tale da incentivare l’uso delle carte. Misure che al momento non sono state attuate e non resta quindi che attendere le prossime comunicazioni da parte del nuovo Premier per scoprire quale sarà la linea adottata dall’esecutivo.

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