Cosa rischiano i furbetti del Cashback, risposta facile: niente

Alcuni furbetti del Cashback hanno trovato un metodo di guadagno che non può essere punito, perché previsto

Cosa rischiano i furbetti del Cahback, risposta facile: niente
Cashback (Fonte foto: web)

La classifica per il super Cashback fa gola a tanti e per vincere i 1.500 euro finali c’è chi le prova tutte. Due esempi, sono le 60 transazioni per 6 euro di benzina fatta nel cuneese e le 148 transazioni in due per un pieno di benzina fatte dal cliente di un rifornimento a Treviso. E siamo solo ai primi mesi.

I primi a voler combattere i furbetti, sono proprio i benzinai, con l’intento di cambiare qualche regola. Anche perché, gli esercenti su ogni transazione ci pagano una commissione. Parliamo di pochi centesimi, che su acquisti sostanziosi non fanno testo, ma se l’acquisto è di un euro o poco più, annullano i guadagni. Una soglia, quella di 1 euro, che potrebbe essere il punto di partenza per una modifica al regolamento del Cashback in senso restrittivo.

Ed allora benzinai ed altri esercenti hanno portato al tavolo governativo, due proposte: una soglia di spesa minima e tempo minimo tra una transazione e l’altra. Intanto, sono partiti i primi controlli in merito, di PagoPa, ma che qualche cambiamento possa vedersi a breve è molto difficile, visto che il governo, formatosi da poco, ha tante altre problematiche in cima alla lista.

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Furbetti Cashback: i controlli di PagoPa

Per chi non lo ricordasse, PagoPa, è la società pubblica incaricata di gestire tutta l’operazione Cashback, e lo fa tramite il sistema “Centro Stella dei pagamenti”, già rodato durante il Cashback di Natale. Il Centro Stella accoglie tutti i pagamenti da contabilizzare per quanto riguarda l’iniziativa, quindi PagoPa riesce a vedere tutto, anche i singoli clienti che effettuano decine di transazioni per un solo acquisto.

I grandi numeri però, mettono in difficoltà, proprio PagoPa. I cittadini iscritti al Cashback sono 7,4 milioni e le transazioni elaborate sono state già 178 milioni. Andare quindi nel dettaglio, non è facile. Anche se ci si può aiutare con l’intelligenza artificiale, con i computer che potrebbero riconoscere all’interno degli acquisti, schemi e pattern che tradiscono il furbetto.

In poche parole, ad oggi cosa rischiano i furbetti? Niente. Se le prime bozze di funzionamento del Cashback, proibivano il frazionamento artificioso degli acquisti, allo stesso tempo non chiarivano il modo in cui sarebbe nel caso, stato individuato il comportamento truffaldino. Infatti, la soluzione è stata, far sparire del tutto quel divieto. E ad oggi PagoPa non saprebbe come intervenire.

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