Conto corrente in rosso, 4 consigli per evitare di trovarsi a secco

Andare “in rosso” sul proprio conto corrente potrebbe essere un cattivo affare. Ma secondo il portale Kruk esiste un vademecum per tenere d’occhio senza sforzo entrate e uscite.

Soldi conto corrente
Foto di Andrew Khoroshavin da Pixabay

E’ un colore particolare il rosso. Per molti è quello preferito e anche i bambini tendono a usarlo spesso, per la sua vivacità e le sue tante varianti che ben si sposano con i tanti oggetti che vanno tinteggiati con lui. Ma è curioso notare come il colore rosso abbia anche una doppia connotazione, che lo rende forse quello dal quale guardarsi in molti aspetti della vita quotidiana. Il semaforo rosso, ad esempio, indica un obbligo di stop oppure vedere il rosso del sangue significa che in qualche modo ci siamo fatti male. Cosa succede, quindi, quando ad andare “in rosso” è il nostro conto corrente?

Niente di buono naturalmente. E’ sempre bene non far apparire sull’indicatore un segno meno colorato di rosso perché questo significherebbe guai seri. E questo sarà valido soprattutto nel 2021, ovvero nell’anno che, si spera, traghetterà l’Italia fuori dal pantano del Covid-19.

Cosa succederà quindi? Perché il 2021 viene considerato un anno tabù per cercare di non affondare? Semplicemente perché “andare sotto” in termini di disponibilità su conto corrente comporterebbe numerosi rischi seri, non ultimo quello di vederselo bloccato. Questo perché, naturalmente, si arriverebbe a situazioni in cui sia il pagamento delle utenze che delle tassazioni obbligatorie diventerebbe quantomeno complicato. Se non impossibile in alcuni casi. Il blocco del Rid, stando al regolamento dell’Autorità bancaria europea, scatterebbe in automatico dopo il mancato pagamento di tre mensilità.

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Conto corrente in rosso, 4 consigli per gestire tempo e soldi

Tempi abbastanza stretti quindi e peraltro legati a cifre abbastanza irrisorie (basterebbero 100 euro non pagati per tre mesi per arrivare al blocco). Anche se in realtà esistono dei metodi che, se non impediscono di avere le spese (quello sarebbe impossibile), consentono quantomeno di contenerle. Il portale Kruk ne indica 4, riferendosi a loro come “regole” utili ad andarci piano in determinate circostanze e con determinate spese. E, soprattutto, invitando a sfruttare a nostro vantaggio la sterzata digitale impressa dalla pandemia al nostro (e non solo al nostro) Paese.

Innanzitutto, spiega Kruk, un modo per tenere a bada il conto è la cosiddetta regola del 50/30/20, ovvero la suddivisione delle spese in essenziali (50%), superflue (30%) e risparmio (20%). Questione di esperienza più che una regola vera e propria. Altro consiglio, decisamente più impellente, fare attenzione a quell’online che tanto può essere utile quanto dannoso. Vigilanza massima, infatti, sui siti che consentono spese sul web, se ovviamente non sono quelli “ufficiali” e anche su altri che permettono transazioni e pagamenti. Il rischio di truffa è sempre dietro l’angolo.

Terzo consiglio, valido per chi ha posto un sistema di addebito su carta. In questo caso, è sempre bene tenere d’occhio le date di addebitamento (solitamente attorno al 15 del mese), così come quelle di accreditamento. Avere un quadro chiaro di quando entrano ed escono i soldi aiuterà a tenere la barra dritta in caso di maggiori difficoltà. Quarta regola? Avere cura di sé stessi. Secondo Kruk, le privazioni continue non aiuterebbero, poiché nel momento in cui si procede con una solitamente è al di sopra delle possibilità. Meglio concedersi qualche extra ogni tanto, ne va della salute. Mentale e fisica.

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