La depressione uccide chi lavora: era un poliziotto, aveva tre bambini

Il mal di vivere continua a uccidere chi lavora. Da quando è scoppiata la pandemia, in particolare, sono aumentati i suicidi.

E’ morto da solo, lontano da sguardi indiscreti. Non è riuscito a superare una depressione che a detta dei suoi colleghi poliziotti, non lo aveva abbandonato neppure dopo la nascita dell’ultimo figlio, sei mesi fa. Ne ha lasciati tre di figli, e una moglie. Si è arreso al mal di vivere. Aveva 36 anni, era un agente della Polfer, di stanza in provincia di Caserta. Si è sparato con la sua pistola di ordinanza, in un triste parcheggio di un Hotel.

Era stato da poco trasferito ad Aversa, un’altra notizia che gli avrebbe dovuto regalare solo gioia visto che lo aveva sognato per molto tempo. Ma niente da fare: oggi due gemellini e un piccolo di 6 mesi non hanno più il loro papà. Come spiegare un gesto così estremo non è compito nostro, ma le voci dei colleghi raccontano di un mal di vivere più forte di tutto e tutti. Lo stress del covid, il servizio in stazione, i controlli, la lontananza da casa: tutti elementi che avrebbero scatenato il terribile male della mente.

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La depressione uccide chi lavora: era un poliziotto, aveva tre bambini, si è sparato nella sua auto, in un parcheggio

Il giovane poliziotto è l’ennesima vittima della depressione che specialmente dopo l’inizio della pandemia covid, ha distrutto le famiglie. Era scomparso da casa qualche giorno fa, aveva evidentemente premeditato tutto. Martedì pomeriggio, la drammatica scoperta: il 36enne era dentro la propria auto, senza vita. Accanto a lui la pistola d’ordinanza con la quale si sarebbe sparato alla testa.

Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato di Castel Volturno e i suoi stessi colleghi. Il magistrato di turno ha disposto l’autopsia sulla salma del poliziotto.

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