Ristoratori, altra beffa: in arrivo una mazzata in bolletta

Nonostante le proteste del mese scorso, per i ristoratori arriva il canone tv a pieno prezzo anche a febbraio, nonostante le chiusure. Scatta la protesta.

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Fonte: Pixabay

Dopo il danno, arriva immancabile anche la beffa. Che fosse un periodo complicato per il settore della ristorazione lo si era capito da tempo e senza bisogno della conferma dei numeri. Ora, però, assieme ai postumi delle chiusure forzate a causa della pandemia, arriva anche un’altra doccia gelata. Con il Quinto Ristori che dovrà per forza di cose vedere in breve la luce, nella cassetta delle lettere arriverà un bollettino che probabilmente nessun ristoratore si aspettava di trovare. Il canone tv infatti, nonostante le chiusure, dovrà essere pagato.

Sembra quasi un paradosso per un settore in piena crisi e che, di certo, nel recentissimo periodo ha potuto usufruire ben poco dello strumento televisione. Invece, a quanto sembra, anche a fronte di un servizio usufruito se non per nulla perlomeno a metà, la rata non verrà risparmiata. Una decisione che ha colto impreparati gli imprenditori del settore, che la ritengono un’esagerazione.

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Ristoratori, altra beffa: il canone tv si paga

A favore dei ristoratori si è già mossa l’Associazione dei piccoli imprenditori (Anpci), che farà riferimento direttamente al Ministero dello Sviluppo economico. Anche perché, se un cittadino nel privato paga una rata onerosa ma fattibile (90 euro), chi utilizza una tv in un ristorante, un bar o un locale, deve sborsare una cifra ben più consistente: addirittura 407,35 euro. Decisamente molto per chi, durante tutto il 2020, ha potuto lavorare poco o nulla a pieno ritmo, andando avanti perlopiù con asporto o domicilio.

L’Anpci si è già rivolta alla sede ministeriale di Via Veneto facendo appello al ministro Stefano Patuanelli perché si faccia un passo indietro su quella che viene considerata un’ingiustizia. Peraltro, già nel mese di gennaio era stata mossa una protesta simile, con auspicio che non si ripetesse anche nel mese successivo di dover versare l’importo totale alla Rai per un servizio quasi inutilizzato. Nell’immediato, si chiede al Ministero di porre almeno una sospensione sul canone anche se, in realtà, il punto sembra essere rimasto fuori dalle discussioni principali. E con la crisi in corso si rischia di andare anche a oltranza.

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