Corea del Nord: adesso è possibile chiedere denaro ai parenti all’estero

Svolta epocale del regime di Kim Jong-Un che ha preso questa decisione per far fronte alla disperata situazione economica venutasi a creare in Corea del Nord

Corea del Nord
Fonte Instagram – @graysongideon

Quando anche i duri cedono, significa che il momento è più delicato di ciò che si possa immaginare. La Corea del Nord guidata dal sempre ferreo Kim John-Un stavolta ha dovuto cedere. L’economia del paese è in ginocchio a causa delle fortissime limitazioni imposte per cercare di non scongiurare la pandemia nel Paese.

Chiusi i confini con la Cina, i traffici commerciali (già fortemente contenuti e controllati) sono collassati comportando carenza di cibo che ha portato i prezzi alle stelle per i prodotti di primissima necessità. Per effetto di ciò il Ministero della Sicurezza dello Stato della Corea del Nord ha diramato le istruzioni necessarie ai cittadini per chiedere denaro ai propri parenti residenti in stati esteri. 

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Corea del Nord: come si potrà chiedere aiuto ai parenti all’estero

Lo si potrà fare attraverso delle lettere. Naturalmente esistono delle condizioni tassative da rispettare nel corso delle varie corrispondenze. In primis non bisogna fare accenno a nessuna situazione politica. Poi, dopo i saluti e le rimostranze rispetto alla propria condizione economica ci si potrà promettere di farsi visita a vicenda una volta terminata l’emergenza covid-19. 

Il tutto sarà controllato nei minimi dettagli e le organizzazioni provinciali di commercio imporranno una commissione sulla valuta estera (in misura decrescente rispetto al valore dell’importo) che i cittadini nordcoreani riceveranno dai parenti all’estero. Un modo per spingere a chiedere quanto più possibile.

Insomma, un modo per far fronte ad una crisi che di questo passo potrebbe raggiungere la carestia che negli anni ’90 comportò una vera e propria strage con circa 2 milioni di persone morte. Una situazione di cui si è scusato lo stesso Kim John-Un che all’apertura dell’ottavo congresso del Partito dei Lavoratori ha ammesso di non essere stato in grado di migliorare le condizioni di vita del suo paese.

Naturalmente però da personaggio saccente ed orgoglioso ha scaricato parte della colpa alle sanzioni internazionali dell’ONU per la corsa al nucleare da parte del governo di Pyonyang. Al resto ci ha pensato il coronavirus nell’ultimo anno.

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