Dipendenti pubblici: il ‘gran rifiuto’ a Palazzo Chigi

L’aumento di 125 euro è stato ufficialmente rifiutato dai dipendenti pubblici, oggi a Roma: vogliono di più

Dipendenti pubblici: il 'gran rifiuto' a Palazzo Chigi
Palazzo Chigi (Fonte foto: web)

Si va in affanno per i contratti che verranno. Infatti, non solo per il triennio 2019/2021 c’è ancora difficoltà a trovare la quadra per il rinnovo del contratto nel pubblico impiego, ma ci sono anche dipendenti che continuano a non accettare l’aumento proposto di 125,00 euro.

Parliamo dei dipendenti di Palazzo Chigi, che non hanno ancora raggiunto l’accordo per il triennio 2016/18. E pensare che proprio loro hanno già degli stipendi belli alti, ma a quanto pare, non si accontentano.

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Sindacati e trattative: a che punto è il rinnovo di contratto

Parliamo di dipendenti che percepiscono circa 40.000 euro annui, ed è per questo che si credeva che un accordo sarebbe arrivato presto. Ed invece accade che i sindacati continuano a rifiutare il rinnovo, nonostante le loro condizioni siano state già migliorate rispetto ai dipendenti pubblici di altri comparti. Tutto questo, quando tra l’altro, una pandemia sta piegando economicamente in Italia, piccoli imprenditori e famiglie. Questo ha fatto tutt’altro che piacere al presidente dell’Aran, ente incaricato dalla Pubblica Amministrazione a seguire questa trattativa.

Quindi ricapitolando, l’Aran ha ricevuto un rifiuto, perché 40.000 euro annui circa più 125 euro lordi in più al mese, sarebbero insufficienti. I sindacati fanno sapere che l’aumento di stipendio per poterli far accettare, deve essere più alto ed includere l’indennità di presenza. E poi ancora, specifiche indennità per alcune categorie ed aumento dei giorni di ferie per tutto il personale. Lo stesso personale, giusto saperlo, che al 90% è stato messo in smart working durante il periodo di pandemia.

Se i “comuni mortali” fanno i conti con licenziamenti e cassa integrazione, i dipendenti di Palazzo Chigi si permettono pure il rifiuto in attesa di un aumento migliore. L’intesa, potrebbe essere a breve raggiunta con un più 300 euro al mese. Il presidente dell’Aran, sopra citato, Antonio Naddeo, ha già definito “inaccettabile” una situazione del genere.

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