Addio al romanticismo: con le cordate il calcio diventa business

L’Inter di Zhang in trattativa con BC Partners, solo l’ultima delle trattative internazionali che hanno coinvolto il nostro calcio.

Calcio
Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

A ricordarsi di una famosa canzone, all’italiano bastava dare un pallone per far sì che non avesse più disturbato nessuno. E in effetti per lunghi anni è stato così. Italia e calcio era quasi un binomio, col mondo dell’imprenditoria che puntava forte su quello del pallone. E non solo grandissimi nomi come il Milan di Silvio Berlusconi, l’Inter di Moratti o la Roma di Sensi. Per i più nostalgici, a fare il nome di Ferlaino (Napoli), Anconetani (Pisa), Matarrese (Bari) o Rozzi (Ascoli) si rievoca un’epoca lontana, in cui il calcio rappresentava davvero un’emblema della società italiana.

Ecco, nostalgia appunto. Il calcio di oggi è un mix fra grandi investimenti (non sempre fruttuosi) e soprattutto grandi cordate. Un termine abbastanza nuovo, come a indicare che dietro l’imprinting iniziale non ci sia più un solo uomo ma uno staff intero, con ruoli ben precisi.

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Addio al romanticismo, con le cordate il calcio diventa business: il caso BC-Inter

Non è un dettaglio. L’appartenenza lascia il posto all’imprenditoria più pura, dove storia e tradizione diventano parte di un business o un tentativo di farlo. Non sempre va bene ma non è ormai più un mistero che il mondo del pallone parli ormai sempre più la lingua della finanza. E molto spesso si tratta di un idioma esotico. Il Milan, ad esempio, dopo l’esperienza flop della presidenza cinese, è passato agli americani del Fondo Elliott, in un complicatissimo passaggio di epoche dopo il trentennio Berlusconi. Per non parlare dell’Inter, prima con l’indonesiano Thohir poi con la holding Suning di Zhang per ripartire dopo l’epoca morattiana.

E proprio l’Inter si appresta a un nuovo ribaltone. Dalla Cina potrebbe passare a Londra, col Fondo Bc Partners pronto a sferrare l’offerta decisiva per accaparrarsi la maggioranza detenuta da Suning. Un’ulteriore indicazione sulla tendenza quasi borsistica delle quotazioni societarie, anche se né Milan né Inter sono quotate a Piazza Affari. Solo tre società viaggiano col proprio titolo in Borsa, ossia la Lazio, la Juventus e la Roma.

Per restare a Milano, le cifre che ballano sono elevate: 750-800 milioni, ovvero meno dei 900 (almeno) che richiede Zhang. Va detto che la holding cinese non vorrebbe cedere completamente il pacchetto ma trovare il partner giusto per accompagnare la transazione societaria. Logico che tutto dipenderà dalla cifra. La trattativa è appena iniziata, il passaggio da epoche lo è da un pezzo.

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