Cinquanta milioni di cartelle esattoriali in arrivo: “Impossibile fermarle”

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini è stato chiaro: “Impossibile fermare la macchina che si è messa in moto”.

Fonte foto web

Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, rispondendo alle domande dei deputati della commissione Finanze, ha ricordato che essendo terminata la sospensione dell’invio delle cartelle e di altri atti, dal 1° gennaio questa attività è ripresa e riguarderà 50 milioni di cartelle.

“Qualunque nuova rottamazione o forma di pace fiscale non può prescindere dall’invio degli atti e delle cartelle da parte dell’Agenzia delle Entrate e di Entrate-Riscossione. L’invio degli atti è indispensabile perché il contribuente deve essere messo a conoscenza di quanto gli è richiesto”, ha detto Ruffini. Impossibile, dunque, fermare la macchina che si è appena messa in moto.

Quindi, in agguato c’è una pioggia di cartelle esattoriali, finora bloccate dai vari provvedimenti di rinvio, che interesseranno milioni di cittadini. Pertanto, con l’inizio del nuovo anno, scaduta la sospensione delle cartelle fissata al 31 dicembre 2020, viene meno ogni forma di protezione in tal senso.

Sembra che vi siano 35 milioni di cartelle già inviate. Esse comprendono: cartelle, ipoteche e fermi amministrativi, che erano stati sospesi nel 2020. Ad esse si aggiungono quelle di inizio 2021, pari ad ulteriori 15 milioni che verranno inviate a breve. Per un totale quindi di 50 milioni di buste verdi.

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Impossibile fermare le buste verdi in arrivo, lo dice il direttore di Agenzia delle Entrate

Secondo la viceministra Laura Castelli: “Il nostro compito deve essere quello di emettere cartelle il meno possibile. Immaginate 50 mila persone in fila alle poste per ritirare queste cartelle, in un momento in cui non si possono fare assembramenti. C’è bisogno di un’operazione di saldo e stralcio per ridurre il più possibile queste emissioni”.

Si pensa di ricorrere al saldo e stralcio, quindi, cancellando i debiti che non superano un certo limite. In tal modo, sarebbe possibile abbattere una buona parte degli atti sospesi, per snellire le procedure di recupero.

Altra chance, potrebbe, inoltre, essere quella di concedere una rateizzazione del debito per un periodo più lungo rispetto agli attuali 10 anni. In detta ipotesi, tuttavia, si porrebbe il problema di rendere compatibili le esigenze concrete insorte, con la legge sulla prescrizione e in particolare con le notifiche.

Per il direttore Ruffini è l’attuale sistema Irpef. “Il sistema delle detrazioni e delle deduzioni – ha spiegato – ha determinato con il tempo una deformazione della progressività dell’imposta effettiva rispetto alle aliquote nominali, determinando un potente disincentivo a lavorare e guadagnare di più anche a causa di detrazioni decrescenti che provocano su redditi medio-bassi (55.000 euro) un salto di aliquota”.

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