In quali casi parliamo di ‘lavoro subordinato’ e come funziona

Quando possiamo parlare di lavoro subordinato e come funziona? Ecco da cosa dipende e che cambia per i dipendenti

In quali casi parliamo di 'lavoro subordinato' e come funziona
Lavoratore (Fonte foto: Pixabay)

Parliamo di lavoro subordinato, quando il dipendente di azienda pubblica o privata, è più tutelato dall’ordinamento e dalle leggi vigenti ma che allo stesso momento consente ai datori di lavoro un bel taglio sui costi. Questo fa quindi risultare le reali tutele per il lavoratore, minori del previsto. Chi lavora però, ha un fattore dalla sua, può domandare la conversione del rapporto di lavoro in rapporto con vincolo di subordinazione.

Generalmente, la forza contrattuale è più consistente per il datore di lavoro che per il lavoratore, ma soltanto ai lavoratori subordinati si applicano tutte le tutele previste dall’ordinamento. Per capirci, secondo l’art. 2094 Codice Civile, un lavoratore è subordinato laddove si mette sotto la direzione ed il controllo dell’imprenditore, ovvero il datore di lavoro, e decide di lavorare rispettando tutti suoi comandi e il suo piano di lavoro.

E quindi, sono tre i punti fondamentali che piacciono al datore di lavoro:

  1. Il potere di dare ordini, istruzioni e regole;
  2. Il potere di controllo, cioè di accertarsi  che il lavoratore agisca secondo quanto impartito dai superiori, per il raggiungimento della miglior performance;
  3. Potere disciplinare, vale a dire la possibilità di emettere diversi tipi di sanzione se necessario.

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Lavoro subordinato: in che modo chiedere la conversione del contratto

Purtroppo molte volte, un dipendente svolge praticamente lavori da lavoratore subordinato, pur risultando lavoratore autonomo o co.co.co. Questo è il motivo per cui la Corte Costituzionale e la Cassazione, hanno portato i lavoratori a poter far valere il cosiddetto principio di indisponibilità del tipo negoziale. Praticamente, si parla di un rapporto di lavoro dove sono presenti le caratteristiche del lavoro subordinato, ma le parti non sono autorizzate a disporre di questa tipologia di contratto. Se questo succede, il lavoratore ha quindi diritto di rivolgersi ad un giudice per chiedere che il suo contratto sia modificato.

Quindi, il lavoro deve corrispondere effettivamente al contratto proposto e firmato, senza nascondere qualcos’altro. Nel caso contrario, il lavoratore può richiedere di firmare un contratto da subordinato, al giudice, ma per farlo ci sono alcuni aspetti chiave da rispettare. Li abbiamo racchiusi in sette punti:

  • Il vincolo di subordinazione: il lavoratore deve provare che è soggetto alle istruzioni, direttive ed ordini impartiti dal datore, quindi che non è mai stato libero di svolgere le mansioni secondo le sue spontanee determinazioni;
  • La previsione di una retribuzione fissa mensile;
  • Utilizzo di mezzi e strumenti aziendali per poter lavorare;
  • La previsione del periodo di ferie;
  • Il bisogno di richeidere un permesso per assentarsi dal luogo di lavoro;
  • Orario di lavoro predeterminato da altri;
  • Il compimento della prestazione in un luogo di lavoro indicato dall’azienda.

Se tutti questi punti possono essere dimostrati, il lavoratore potrà ottenere senza molte difficoltà, la riqualificazione del rapporto di lavoro in lavoro subordinato, portando a casa quindi tutte le effettive tutele di legge, concordate per chi lavora da subordinato.

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