Le conseguenze del Coronavirus sul mercato degli immobili di lusso

Quale impatto ha avuto il Covid sul mercato immobiliare luxury? Uno studio ha esaminato i vari indicatori

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Il mercato immobiliare del lusso e le conseguenze della pandemia, è stato studiato da Santandrea Luxury Houses che ha analizzato i vari indicatori per trarre delle conclusioni su questo mercato e le conseguenze subìte.

Nel primo lockdown il mercato immobiliare luxury ha subìto un inevitabile arresto, con la chiusura delle agenzie immobiliari e il fermo degli appuntamenti, ma a partire da maggio e per tutta l’estate, le attività hanno raggiunto risultati molto positivi, confermando i trend ottimi del 2019.

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Le conseguenze del Coronavirus sul mercato immobiliare luxury

L’arresto più consistente lo ha subìto Milano a causa proprio di una situazione pandemica che ha aggredito la Lombardia più delle altre regioni italiane. Il capoluogo lombardo ha avuto una ripartenza più lenta rispetto alle altre città.

A Genova, Napoli, Firenze, Torino, il mercato immobiliare di pregio ha registrato meno flessioni.

E che dire dei prezzi? Nel complesso sono rimasti stabili, con lievi flessioni dello 0,4 o 0,5% a Roma e Milano, 0,7% a Torino, 1,5% a Genova e stabili per Firenze e Napoli.

I tempi di vendita sono rimasti più o meno stabili: in media ci sono voluti cinque mesi per Milano, tra i sei e gli otto per Genova, 7 mesi in media per Torino, tra i sette e i nove per Firenze, Napoli e Roma.

Un caso a sé stante rappresenta la Serenissima, Venezia. Qui il mercato immobiliare di pregio è davvero molto resistente e non sembra risentire affatto dei cambiamenti economici, politici, sociali o pandemici. Il fascino di Venezia aumenta di anno in anno e gli acquirenti non mancano mai. 

Gli analisti del mercato hanno azzardato nel dire che Venezia non sembra soggetta a crisi. I suoi palazzi di lusso sono più solidi che mai.

Insomma, in conclusione, si può dire che il mercato dell’immobiliare luxury non ha subito crisi e riesce a conquistare comunque una nicchia di acquirenti con un’elevata disponibilità di spesa.

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