Ritorno a scuola? Non è il caso, meglio un altro lockdown

L’opinione è quella di Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute per l’emergenza coronavirus. Se Speranza gli dà ascolto si prevedono nuove chiusure.

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Walter Ricciardi consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, intervistato da La Stampa, ha detto la sua su scuola, restrizioni e vaccini.

Per Ricciardi non è il caso di riprendere le lezioni in presenza: «Le scuole sono ambienti sicuri, ma è la situazione esterna a sconsigliarne la riapertura. Altrimenti rischiamo di richiuderle nel giro di poche settimane».

Per abbassare davvero la curva dei contagi «l’unica strada è quella di lockdown lunghi e nazionali. Anche la zona rossa ora in vigore andrebbe prolungata – aggiunge – almeno fino a metà gennaio, se vogliamo vedere effetti positivi. Se dal 7 gennaio, di colpo, facciamo riprendere tutte le attività, assisteremo certamente a un rialzo della curva epidemica».

Insomma la strada per avere tutta la popolazione vaccinata è ancora lunga, quindi secondo Riccardi per ora l’unica arma contro il virus è limitare la circolazione delle persone. Sul vaccino rassicura: «abbiamo la certezza di poter contare su due vaccini molto innovativi, quelli di Pfizer e Moderna», ma «l’Ema può e deve accelerare sul via libera a quello di AstraZeneca».

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Ritorno a scuola? Il consulente Riccardi pensa sia meglio attendere ancora

Dalle pagine del quotidiano nazionale il consulente ha chiarito anche il suo pensiero in merito a operatori sanitari e vaccino: «Vaccinarsi per medici e infermieri è un imperativo morale e deontologico, una questione di sicurezza sul luogo di lavoro: se un operatore sanitario non si protegge dal virus vaccinandosi, non può continuare a esercitare», spiega.

Per la grande maggioranza, il consulente del ministro della Salute pensa «sia sufficiente la raccomandazione, ma se non dovesse bastare si prenderanno misure più energiche». Ricciardi valuterebbe inoltre un tracciamento dell’avvenuta vaccinazione, «nel caso ci trovassimo di fronte a un 30 o 40% della popolazione che rifiuta il vaccino. È un’ipotesi da studiare bene dal punto di vista giuridico, ma nei Paesi orientali ha funzionato».

L’obiettivo per Riccardi è «vaccinare le categorie più fragili della popolazione entro i primi mesi del nuovo anno, ma per avere risultati sul fronte contagi bisognerà attendere la fine del 2021», ma resta d’accordo con Conte riguardo l’obbligatorietà del vaccino, sarebbe inutile un obbligo del genere se si può arrivare senza a vaccinare il 95% della popolazione.

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