Nord e Sud, la disparità è nei numeri: la mancata autonomia pesa

Le regioni del Nord che per prime hanno avviato la procedura di richiesta dell’autonomia differenziata sono in forte avanzo e hanno consistenti deflussi finanziari. Un libro approfondisce il tema del rapporto economico tra Nord e Sud.

Nord Vs Sud
Fonte: Pixabay

L’autonomia richiesta da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna e non ancora attuata. Di questo argomento parlano i docenti universitari Andrea Giovanardi e Dario Stevanato, nel loro saggio “Autonomia, differenziazione, responsabilità”.

I due professori sono nella commissione della Regione Veneto che è in fitta interlocuzione col Governo per rendere concreta e reale l’autonomia differenziata decisa da circa 2,3 milioni di veneti nel lontano 2017.

Per i due esperti “emerge chiaramente che le regioni del Nord che per prime hanno avviato la procedura di richiesta dell’autonomia differenziata, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, sono in forte avanzo e, quindi, evidenziano annualmente consistenti deflussi finanziari netti; le altre regioni del centro-nord sono circa in pari; il Mezzogiorno è in grave deficit e gode dunque annualmente di consistenti afflussi finanziari netti”, si legge in un estratto di anticipazione del libro-saggio che è possibile consultare gratuitamente per il formato digitale.

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Nord e Sud, avanzi e deficit si contrappongono: i numeri delle differenze

Giovanardi e Stevanato mettono in evidenza i dati degli anni 2000-2017 riferiti all’aggregato della pubblica amministrazione. Ebbene, “a fronte di avanzi/residui finanziari-fiscali delle tre regioni settentrionali che si attestano mediamente sull’11,6% del Pil regionale a prezzi correnti, si contrappongono situazioni opposte e sostanzialmente speculari delle regioni del Mezzogiorno (macroarea comprendente Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna) con deficit medi del 10,8% del Pil regionale a prezzi correnti”.

Nello stesso periodo si possono calcolare quindi surplus medi del 9,8% del Pil per le tre regioni del Nord e deficit medi del 13,9% del Pil per il Mezzogiorno. Inoltre, i due docenti fanno riferimento ai diversi rapporti di Banca d’Italia sulle economie delle regioni, prendendo a riferimento un estratto in cui viene specificato da Bankitalia che “nella media del triennio 2014-16 i flussi redistributivi di cui ha beneficiato il Mezzogiorno, pari al 4,1 per cento del Pil nazionale su base annua (18,0 per cento in rapporto al prodotto dell’area), hanno più che recuperato il calo registrato durante gli anni della crisi”.

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