Maxi decreto Ristori: cosa cambia per bollette, tasse e mutui

Via libera nella notte dal Senato al maxi emendamento che racchiude tutti e quattro i decreti Ristori emanati finora dal Governo. Novità e qualche conferma nel provvedimento.

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Fonte: Pixabay

Con 154 voti il Senato ha approvato la fiducia sul maxi emendamento che racchiude tutti e quattro i decreti Ristori approvati finora dal Governo. Il provvedimento ora passa alla Camera dove dovrà essere approvato entro il prossimo 27 dicembre.

I quattro precedenti provvedimenti erano stati messi in campo dal Governo per venire incontro alle esigenze di settori e comparti specifici che mano a mano risentivano maggiormente delle restrizioni imposte dai Dpcm anti Covid. Novità e conferme costellano il ‘decretone’

In termini di agevolazioni fiscali immobiliari, nei Comuni con alta densità abitativa ci sarà un ritorno del 50% della riduzione concessa all’inquilino da parte di proprietari di casa con un regime non in cedolare secca. Poi, tutti i lavoratori, in cassa integrazione così come a partita iva, ma anche imprese potranno vedersi sospese le rate dei mutui sulla prima abitazione per tutto il 2021.

Riduzione delle bollette per i soggetti con codice Ateco, imprese e professionisti, presente nella lista presente nel decreto per quanto concerne le voci relative agli oneri di sistema, gestione del contatore.

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Nuovo decreto Ristori, blocco licenziamenti e molto altro

Conferma fino al 31 gennaio 2021 della cassa integrazione ordinaria in deroga e dell’assegno ordinario legato alla pandemia Covid. Può usufruirne anche chi è stato assunto dal 9 novembre fino a ritroso.

Blocco dei licenziamenti fino al prossimo 31 gennaio. Sospensione di tutte le scadenze di novembre in termini di contributi previdenziali ed assistenziali. Conferme anche per i bonus 1000 euro per i lavoratori stagionali, del turismo, dello spettacolo, ma anche altre tipologie; per il bonus 800 euro per i lavoratori dello sport con contratto di collaborazione con Coni; due nuove mensilità per il reddito di cittadinanza.

Infine, conferma per i contributi a fondo perduto ai soggetti con partita iva con attività specifiche aperte e attive prima del 20 ottobre 2020 e non chiuse.

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