Shopping online, pericolo truffa: così possono rubarvi i dati

Federprivacy evidenzia i rischi di truffa su alcune piattaforme, legati all’affinamento delle tecniche dei pirati del web. E per alcuni utenti la fiducia cala.

Truffa

Shopping online? Quasi una prassi ormai, tanto che l’e-commerce rivaleggia ormai con la compravendita vera e propria. Merito dei servizi offerti, della possibilità di ricevere il prodotto acquistato direttamente a casa, dedicando il tempo necessario all’acquisto ad altre cose. La pandemia ha accresciuto sensibilmente il ricorso all’acquisto via web e, con esso, la predisposizione all’abitudine nello svolgimento di determinate operazioni. Con diretta conseguenza, l’affinamento delle tecniche dei truffatori online per approfittare della situazione.

A suonare l’allarme è Federprivacy, che in una specifica sul tema della trasparenza online, indica i possibili tranelli per gli utenti, che rischiano di vedere inconsapevolmente esposti i propri dati sensibili. “Attraverso gli innumerevoli trabocchetti che inquinano l’ecosistema di internet l’utente è trattato più come un pollo da spennare che come un potenziale cliente da fidelizzare, e questo va a discapito della privacy degli interessati, penalizzando anche le stesse imprese virtuose”.

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Shopping online, pericolo truffa: gli utenti invitano i gestori a una maggiore attenzione

L’allerta, in realtà, non è cosa nuova. E non riguarda solo le piattaforme di acquisto online. Certo, essendo network nei quali le persone utilizzano transazioni di denaro, il rischio di un eventuale attacco dei truffatori online è più elevato. In questo senso, anche gli annunci “la tua privacy conta” rischiano di trasformarsi in possibile trabocchetti. Altre “soluzioni” adottate dai pirati del web, i banner che invitano gli utenti a non cancellare dati sensibili, diritto garantito e regolamentato da un apposito articolo del Garante per la privacy.

Piattaforme per gli acquisti online, secondo OpSec, non sono esenti dal fenomeno. Anzi, secondo una recente indagine su quasi 3 mila utenti, quasi un consumatore su tre (nell’ultimo anno) ha lamentato di aver subito una variazione dei dati personali. Tanto che, in molti casi, gli utenti in questione hanno evidenziato un calo della propria fiducia nel marchio. E, in altrettanti casi, hanno invitato le varie dirigenze a incentivare la protezione dei dati personali degli utenti.

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