Covid, quanti italiani farebbero il vaccino? Il sondaggio che non lascia dubbi

Un nuovo sondaggio di Quorum/YouTrend per Skytg24 ha posto alcune domande agli italiani in tema di emergenza sanitaria.

vaccino sondaggio
Fonte: Pixabay

E’ un tema delicato quello dei vaccini in Italia. E’ in corso un dibattito, al confine tra legge ed etica, sul rendere obbligatorio o meno l’effettuazione del vaccino anti Covid per questioni sanitarie e raggiungere quell’immunità di gregge che permetterebbe al Paese di voltare definitivamente pagina e superare l’emergenza.

Su questo ed altri temi legati all’emergenza sanitaria Covid si è incentrato il sondaggio di Quorum/YouTrend per Skytg24, Innanzitutto, quante persone sono attualmente disposte a vaccinarsi? I risultati non sembrano lasciare adito a dubbi. Oltre il 63% si farebbe vaccinare, il 19,2% invece avrebbe bisogno di tempo per pensarci mentre il 15,9% non avrebbe intenzione di vaccinarsi. Da notare che tra quelli che sono dichiaratamente convinti alla vaccinazione sarebbero maggiori rispetto alla media tra i soggetti sotto i 35 anni, con un 74,9%, e tra i laureati con il 74%.

Interessante anche la risposta degli intervistati circa la propria fiducia sul vaccino in base al Paese di provenienza e di sviluppo. Prendendo come base una scala di valori da 1 a 10 emerge che la fiducia maggiore sarebbe per un prodotto prodotto e sviluppato nei Paesi europei, seguito dagli Stati Uniti, fiducia minore per Russia e Cina.

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Emergenza Covid, il risultato del sondaggio Quorum/YouTrend sulle fonti più fidate

E’ stato chiesto poi agli intervistati quali siano le loro principali fonti in tema di informazioni sull’emergenza sanitaria in atto nel Paese. Ebbene è emerso che le fonti più fidate sono i medici ed i virologi che intervengono sugli organi di informazione (66,7%) mentre percentuali basse ci sono per Governo/Ministeri (13,2%), Regioni e giornalisti (8,1% e 4,5%), così come per i social network (3,3%.

Infine, qual è il servizio da erogare e riaprire il prima possibile nel Paese. Al primo posto le scuole materne ed elementari, poi le scuole medie e superiori. Più giù la necessità di tenere aperte le aziende, le università, i ristoranti/bar ed i cinema/teatri.

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