“Rischi drammatici occupazionali”, il conto salato del Covid: un buco da 222 miliardi

Tecnè e la Fondazione di Vittorio, per conto della Filcams, hanno condotto una ricerca per evidenziare gli impatti sociali ed economici del Covid-19 sul mondo del lavoro nel settore del terziario.

ristoranti terziario
Fonte: Pixabay

Si annunciano dati di perdita a tre cifre per il settore del terziario che potrà perdere fino a 222 miliardi di fatturato nel 2020 rispetto al 2019. I settori della ristorazione, degli alberghi e del commercio sono i più colpiti.

E’ quanto emerge da una ricerca condotta da Tecnè e Fondazione di Vittorio, per conto del sindacato Filcams, per evidenziare gli impatti sociali ed economici del Covid-19 sul mondo del lavoro, prendendo in esame un campione di tutta la popolazione maggiorenne e di tutti i lavoratori occupati, confrontandola con il campione dei lavoratori del terziario.

Un terziario eterogeneo, dal sistema dell’accoglienza alla distribuzione commerciale al terziario avanzato che dall’inizio della pandemia vede andamenti e reazioni diverse. Le varie misure adottate-si legge nella ricerca- per arginare la diffusione del virus hanno portato a modificare i comportamenti quotidiani con un effetto diretto sui consumi. Al cambio delle strategie di consumo si somma la crescita degli acquisti online.

Rispetto al 2019 crescono di 2 punti le famiglie che sperimentano il commercio elettronico, -si legge-ma l’incremento da parte di chi già lo faceva precedentemente è ancora più consistente: più dell’80% per l’abbigliamento e gli articoli per la casa e quasi il 30% nell’alimentare. Cambiamenti importanti che sono destinati a sedimentarsi e a lasciare segni profondi nel vissuto quotidiano.

LEGGI ANCHE >>> “Vicini ad una debacle totale”, una crisi annunciata: l’appello al Governo

Crisi Covid, la ricerca sugli impatti sociali e lavorativi nel terziario

alberghi terziario
Fonte: Pixabay

Altrettanto importante nelle conseguenze sociali ed economiche è la percezione del rischio di subire un degrado nelle mansioni o nel reddito, oppure di perdere il lavoro. Il 39%, infatti, ritiene che l’epidemia rappresenti un rischio per la sua occupazione (47% tra i lavoratori del terziario), il 29% pensa che un fattore di crisi sia il commercio elettronico (38% nel terziario) e il 31% che i pericoli arrivino dall’innovazione tecnologica e dall’intelligenza artificiale (38% nel terziario).

“La crisi economica e sociale legata alla pandemia ha bisogno ancora di essere affrontata con sistemi di sostegno per evitare drammatici rischi occupazionali e di impoverimento delle persone con particolare attenzione alle categorie più fragili come donne e giovani” commenta Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams, la categoria della Cgil per i lavoratori del terziario, commercio, turismo e servizi.

LEGGI ANCHE >>> Lotteria degli scontrini: le 8 cose assolutamente da sapere, ecco come funziona

Impostazioni privacy