“E’ il colpo del ko”, il Natale amaro degli agriturismi: le regole contestate

La Coldiretti critica fortemente la decisione del Governo di limitare gli spostamenti tra Comuni nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno: un danno per le strutture agrituristiche.

agriturismi Covid
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Coldiretti non ci sta. E critica la decisione, per ora ancora sottoforma di bozza, del Governo di vietare gli spostamenti tra Comuni nei giorni festivi del 25,26 dicembre e del 1 gennaio.

Una decisione che “mette ko le strutture agrituristiche nazionali che sono principalmente situate in piccoli centri rurali con una clientela proveniente dalle grandi città e dai paesi limitrofi”. La possibilità per le strutture della ristorazione di rimanere aperti a pranzo durante le festività “è vanificata dai limiti agli spostamenti tra comuni che impedisce agli ospiti di raggiungere le campagne”, sottolinea Coldiretti.

Un vero paradosso– spiega Coldirettise si considera che gli agriturismi spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, che sono i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche”.

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I dati forniti da Coldiretti dicono che lo 0,3% dei 66.781 casi di infortunio da Covid-19 registrate dall’Inail in Italia riguarda l’agricoltura. Peraltro i mesi estivi e autunnali sono i più attivi con la raccolta di frutta, ortaggi, olio e la vendemmia e secondo l’analisi della Coldiretti sulla base delle denunce complessive di infortunio al 31 ottobre 2020 i dati evidenziano come la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività si sia verificata proprio nelle campagne.

“I limiti imposti per le festività di fine anno – precisa la Coldiretti – arrivano dopo che il primo lockdown ha azzerato le visite in campagna nei tradizionali weekend di primavera e di Pasqua mentre durante l’estate ha pesato l’assenza praticamente totale degli stranieri che in alcune regioni rappresenta la maggioranza degli ospiti degli agriturismi. A rischio è un sistema che può contare su 24576 strutture con 493319 posti a tavola e 285027 posti letto e che lo scorso anno ha sviluppato un valore di 1,5 miliardi di grazie a poco più di 14 milioni di presenze, delle quali ben 8,2 milioni provenienti dall’estero, sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi al primo gennaio 2020”.

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