Beffa navigator: a breve potrebbero ritrovarsi disoccupati

Potrebbe salvarli un emendamento a cui pensa il Movimento 5 stelle. I navigator altrimenti, resteranno senza lavoro

Fonte foto: (Pixabay)

Da ricercatori dei posti di lavoro per i beneficiari del reddito di cittadinanza, a disoccupati. Se non è beffa questa, davvero difficile spiegare quale fosse, a subirla, i navigator. Infatti, dalla bozza della legge di Bilancio 2021, si evince che fondi saranno tagliati per l’Anpal servizi, agenzia per le politiche attive in gestione alle politiche attive del reddito di cittadinanza.

I navigator che sono stati assunti con un contratto biennale sono 2846, i loro contratti finiranno ad aprile 2021, ma i soldi disponibili, sono sufficienti a tenerne uno su sei. Furono assunti, ricordiamo, per aiutare la popolazione, soprattutto, naturalmente i disoccupati. Un po’ la colpa è anche dal Covid-19, così il loro compito è finito per fallire. Ed anche per questo, forse non si farà molta attenzione al prolungamento del contratto.

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I posti di lavoro trovati dai navigator: troppo pochi

Ad agosto scorso, una prima ricerca l’aveva fatta La Stampa, e si evinse che del milione e mezzo di beneficiari del reddito e senza un lavoro, solo 800mila avrebbero ricevuto dei contatti per provare a stilare un contratto di lavoro. Due settimane fa, il nuovo allarme: l’Anpal infatti a dati raccolti, vede solo 352mila beneficiari avere un contratto, ma di attivi ce ne sono solo 192mila.

Il dibattito in loro favore è comunque previsto dal Parlamento. Il Movimento 5 stelle, se ne occuperebbe in prima linea, preparando un emendamento che prevederebbe la proroga di un anno con la possibilità di utilizzare i soldi del Recovery found, grazie all’aiuto del Ministero del lavoro.

Dal canto loro, per non restare a mani vuote eventualmente, gli stessi navigator si sono affrettati a creare una specie di sindacato, Associazione nazionale navigator, il cui fondatore è il quarantunenne, Antonio Lenzi, che alza la voce, prestandola anche a tutti i suoi colleghi: “Siamo un patrimonio pubblico su cui si è investito, che si è formato: sarebbe illogico perderlo”.

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