Tenere i soldi sul conto corrente? Non è una bella mossa: ecco i motivi

Conti correnti con molti soldi? La pandemia ha accentuato la propensione degli italiani al risparmio. Ma tenere i soldi fermi sul proprio conto corrente attualmente sembra non essere la migliore scelta da fare.

Conti correnti
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Tenere i soldi fermi sul conto corrente? Non sembra essere la scelta migliore da fare visti i balzelli presenti e futuri che possono palesarsi all’improvviso.

Eppure, la propensione all’accostamento degli italiani sempre sembra più in aumento anche a causa delle incertezze generale dal Covid. Secondo i recenti dati rilasciati dall’Abi, infatti, in Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a settembre 2020, di oltre 125 miliardi di euro rispetto ad un anno prima (variazione pari a +8,0% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è scesa, negli ultimi 12 mesi, di circa 15 miliardi di euro in valore assoluto (pari a -6,3%). La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta in crescita del +6,1% a settembre 2020

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Avere molti soldi sui conti correnti? Una strategia che è meglio ripensare

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Da tenere presente sono anche i tassi di interessi medi applicati sul totale della raccolta bancaria. Sempre dati Abi alla mano, a settembre 2020 il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è in Italia lo 0,52%.

Questo dato è dovuto al tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), 0,33% (0,34% nel mese precedente); del tasso sui PCT, che si colloca a 1,06% (0,93% il mese precedente); dal rendimento delle obbligazioni in essere, 1,99%.

Inoltre, il tasso sui conti correnti attivi e prestiti rotativi alle famiglie si posiziona al 3,65% in Italia (3,64% nel mese precedente; 4,20% un anno prima), un livello che si raffronta al 5,21% dell’area dell’euro (5,17% nel mese precedente; 5,75% un anno prima).

Per lo più, a queste dinamiche più settoriali e finanziarie si legano anche delle contingenze più “quotidiane” e facilmente reperibili dal cittadino medio. Parliamo delle garanzia in caso di fallimento di banche presso le quali si è accesso il conto. Il Fondo interbancario di tutela dei depositi pone la garanzia fino a 100mila euro e oltre si rischia di pagare un “conto” salato. Inoltre, obolo presente e già operativo da molto tempo, superati i 5000 euro di presenza fissa sul conto si paga trimestrale un bollo statale pari a 34,2 euro annui per le persone fisiche.

Occhio quindi a tenere sempre sotto osservazione l’ammontare presente sul proprio conto e verificare eventuali addebiti e bolli statali.

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