Pensione anticipata, ecco perché non sarà più un privilegio: così tutti potranno accedervi

La pensione anticipata non sarà più un privilegio. Ecco perché presto tutti potranno accedervi, l’ultima manovra del Governo.

La pensione è da sempre uno dei temi più delicati in assoluto che ci ritroviamo a dover affrontare. Per poterla ottenere, bisogna versare i contributi per un certo numero di anni ed essere regolarmente retribuiti dal proprio datore di lavoro. Uno scenario sempre più complicato, soprattutto per i più giovani.

L'idea del governo per agevolare le pensioni
Pensione anticipata, l’ultima manovra pensata dal governo – Contocorrenteonline.it

Ecco perché il governo è a lavoro per trovare soluzioni che possano agevolare le pensioni anticipate per i cittadini residenti in Italia. Si sta nello specifico studiando una nuova norma che dovrebbe venire incontro ai più giovani e non solo, per una prospettiva di vita futura più rosea e una pensione che non dovrebbe più essere vista come un miraggio ma come un traguardo da poter raggiungere raggiunta una certa soglia di età.

Pensione anticipata, ecco a cosa sta lavorando il Governo

Il Governo Meloni è pronto a scendere in campo con una manovra atta ad agevolare le pensioni anticipate. Concentrandosi in particolare su una tipologia di lavoratori, con la prossima Legge di Bilancio che potrebbe integrare una normativa aggiuntiva ed innovativa, parlando anche di un concetto di “staffetta generazionale” per agevolare l’assunzione degli under 35.

Le novità per le pensioni anticipate
Cosa potrebbe esserci nella nuova Legge di Bilancio – Contocorrenteonline.it

Nello specifico, l’idea sul cosiddetto “turn over” avrebbe come fondamento il concetto secondo cui un pensionato avrebbe la facoltà di formare un giovane sotto i 35 anni, per poi assumerlo con un contratto a tempo indeterminato. Con un costo “neutro” per l’azienda, così da garantire che i costi del nuovo assunto e del dipendente durante il prepensionamento in part-time non vadano a superare il salario a tempo pieno del secondo. 

Una mossa che andrebbe a combinarsi in maniera efficiente con gli sgravi contributivi per l’imprese e che non dovrebbe andare incontro ad eventuali ostacoli da parte dell’Unione Europea. Considerando che l’obiettivo finale è quello di prolungare l’età del pensionamento ed andare a favorire la sostituzione di lavoratori anziani coi più giovani.

Da quanto si legge nella bozza originale della normativa, le aziende con almeno 50 dipendenti avranno la possibilità di stipulare un contratto di due anni con un lavoratore andato in pensione da non più di 24 mesi. Così che il pensionato possa fare da tutor e monitorare i lavoratori under 30 se diplomati e under 35 se laureati. Che a loro volta potranno godere di contratto a tempo indeterminato.

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