Cartelle esattoriali rateizzate, quante rate si possono saltare: le regole caso per caso

Ci sono dei contesti in cui è possibile saltare le rate delle cartelle esattoriali. Ecco quali sono le situazioni.

Quando si contrae un debito, il fardello può essere davvero pesante da portare. Di solito, per agevolare il pagamento, si esegue una rateizzazione.

Cartelle esattoriali: in quali casi si possono saltare rate
Cartelle esattoriali: in quali casi si possono saltare rate – Foto Ansa – Contocorrenteonline.it

In questo modo, si cerca di favorire il debitore affinché estingua al più presto quanto deve. Purtroppo, però, può succedere che il debitore, per tutta una serie di situazioni più o meno complesse, non riesca a versare quanto dovuto in tempo.

Il timore, quindi, è che il piano di rateizzazione possa decadere. Non solo, perché se le rate non pagate si accumulano, l’Agenzia delle Entrate potrebbe anche optare per mettere in atto pignoramenti o fermi amministrativi.

Ecco perché, comunque vada, bisogna fare attenzione a non far decadere la rateizzazione. Tuttavia, non succede sempre che il piano rate decade, perché ci sono alcuni casi in cui questo non avviene.

Ma di quali casi si tratta? Scopriamolo insieme.

Cartelle esattoriali, quand’è che non decade il piano di rateizzazione

Ci sono casi in cui, come quando si tratta di rateizzazioni ordinarie, solo se non si paga la prima rata, la rateizzazione decade, altrimenti no.

Cartelle esattoriali, quando non decade il piano rate
Cartelle esattoriali, quando non decade il piano rate – Contocorrenteonline.it

La prima rata, infatti, deve essere versata entro 30 giorni dall’approvazione del piano rate. Tuttavia, nelle altre casistiche di questo tipo di rateizzazione, se si salta il pagamento di una rata, non decade il beneficio.

Quando c’è una rottamazione, come quella quater ad esempio, si può pagare con 5 giorni di ritardo, dopodiché, se si oltrepassa questo limite, il beneficio decade. Nelle rateizzazione ordinarie, se si salta una rata c’è un tot di giorni con cui può essere pagata da quando scade.

Tuttavia, gli interessi per aver pagato in ritardo crescono, e a ciò va aggiunta una lieve sanzione. Si può inoltre sanare il tutto, tramite ravvedimento operoso.

Se si fa un piano rate con l’Agenzia delle Entrate, si può incorrere nella decadenza del beneficio se si paga la prima rata con un ritardo che supera i 7 giorni, oltre i 30 giorni da quando si è ricevuta notifica.

Con l’Agenzia di Riscossione, invece, c’è più flessibilità e le rate che è possibile non pagare prima che il beneficio decada sono 8, anche non in maniera consecutiva.

Se decade il piano di rateizzazione, gli importi dovuti vengono iscritti a ruolo e sulla cifra che resta da versare si calcolano di nuovo interessi e sanzioni, al netto di quanto già versato. Si può inoltre incorrere in fermo amministrativo, pignoramento, ipoteche e quant’altro.

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