Fondi Export, le risorse per la nuova frontiera del business

Partito il Roadshow di Fondi Export, prima tappa in Emilia-Romagna. Obiettivo: internazionalizzazione e sviluppo di impresa.

Cinque milioni di euro come stanziamento, chiaramente a ondo perduto. Una possibilità rutto di una convergenza tra intenti e progetti futuribili, convogliati nel Roadshow Internazionale FondiExport.it.

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Stimolare l’investimento è il primo passo per incentivare l’impresa. Senza dimenticare la necessaria prudenza nell’analisi del rischio e dei terreni potenzialmente ertili per il proprio business. Senza accantonare a priori la possibilità di volgere uno sguardo su mercati al di fuori dei propri confini nazionali. Tuttavia, come spesso accade, le potenzialità per un investimento fruttuoso possono essere trovate anche vicino casa. Il primo passo del Roadshow ha focalizzato la sua attenzione sull’Emilia-Romagna e i servizi delle Camere di Commercio Italiane all’estero. Il 12 aprile per la precisione, con il primo appuntamento (partecipato da 30 speaker internazionali), volto a presentare il maxi-progetto alla filiera potenzialmente interessata dal suo sviluppo, a cominciare da imprese (soprattutto piccole e medie) e consorzi.

In ballo non c’è solo il settore dell’imprenditoria in senso stretto. Il Roadshow apre una finestra sul terreno delle start-up (in questo caso del territorio emiliano-romagnolo) e persino del no profit. Settori che potranno accedere non solo ai finanziamenti previsti per le loro attività inclusive dei mercati esteri ma anche a una rete di imprese e aziende che, potenzialmente (e non solo) potranno fornire il giusto supporto per l’estensione dei progetti al di fuori del mercato italiano. Il progetto prevede una rete camerale italiana presente di fatto in tutto il mondo, dai Paesi dell’Unione europea (Francia, Grecia Portogallo e Spagna) a quelli del Commonwealth (Australia e Canada) ino a Stati Uniti, India e Turchia. L’obiettivo: “Internazionalizzazione, Attrattività e Ricerca”. In questo caso dell’impresa dell’Emilia-Romagna.

Fondi Export, parte l’Emilia-Romagna: il progetto del network d’impresa

Il webinar del 12 aprile ha illustrato le basi del progetto, con focus sui progetti regionali esportabili potenzialmente all’estero senza perdere di vista la mission primaria. Ossia, lo sviluppo dell’impresa sul territorio. Nello specifico, l’evento si è articolato tramite un’introduzione generale del piano di Fondi Export, per poi proseguire con tre tavole rotonde incentrate su altrettante tematiche di sviluppo: Agroalimentare, Food Processing Technolgies e Turismo di qualità; Innovazione, Tecnologie e Attrezzature nel settore manifatturiero avanzato; Automotive, Industria, Furniture & Design Sustainability. Il secondo, in particolare, potrebbe risultare fondamentale per il successo del network di imprese. Secondo quanto evidenziato dai dati Prometeia, il settore manifatturiero ha trainato il Pil della regione sia in termini di export (+ 3,2% nel 2022) che di leadership, anche nazionale. La crescita del fatturato, al netto delle difficoltà vissute dal commercio in generale, ha consentito al settore di mantenere i propri primati.

Personale qualificato

Prova ne sia la riorganizzazione in filiere e, soprattutto, la tendenza naturale all’internazionalizzazione delle proprie attività. Il che, chiaramente, consente un’adesione naturale alla strategia di Fondi Export. Le imprese, peraltro, dimostrano la loro spinta in direzione della qualità convogliando buona parte degli sforzi nel costo del personale. Il quale, secondo Prometeia, incide sul fatturato per il 18,1%. Si tratta, quindi, delle imprese che, a livello nazionale, pagano di più per garantirsi un personale di qualità. Un punto di partenza per l’accesso al ondo perduto, per il quale occorrerà rispettare alcuni requisiti essenziali per il proprio progetto di sviluppo.

In primis, la finalità di un percorso di internazionalizzazione, focalizzato su un’area geografica specifica e con azioni di marketing ben mirate. Progetti che, in forma esclusiva e obbligatoria, dovranno comprendere degli interventi consulenziali. Il contributo massimo sarà del 50%, per 60 mila euro su un minimo di spesa di 30 mila. Il resto lo farà la capacità imprenditoriale.

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