Risparmi in cassaforte: con queste soluzioni si dorme tranquilli

La tempesta proveniente dalla Silicon Valley Bank non dovrebbe intaccare i risparmi degli europei. Ma la prudenza non è mai troppa.

L’ombra della Silicon Valley Bank si allunga anche sull’Europa, disturbando i sonni dei risparmiatori. E non perché i siano reali rischi immediati ma per il timore di un eetto rilesso a lungo termine sulla stabilità del sistema finanziario globale.

Tutela denaro
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Uno scenario che la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, si è affrettata a scongiurare. Tuttavia, l’onda lunga della crisi finanziaria d’oltreoceano ha inevitabilmente toccato le corde dei fragili neri del tessuto economico europeo, aprendo nuovi fronti di preoccupazione per i risparmiatori. L’ex numero uno del mi ha atto sapere che la situazione di crisi della Silicon Valley Bank non influenzerà il sistema bancario del vecchio Continente, se non altro per la buona capitalizzazione delle banche che ne anno parte, abbastanza per tenersi al riparo dagli effetti di una criticità su quello americano. Questo non toglie, chiaramente, che dallo scenario possa essere tratto qualche insegnamento.

In primis a non dar mai per scontata la stabilità finanziaria globale, nemmeno in momenti di apparente tranquillità. In secondo luogo, a destinare almeno in parte i propri risparmi a degli strumenti in grado di potenziarne l’efficacia, senza limitarne la funzione alla mera conservazione. Il trucco è abbastanza semplice: far convergere i propri risparmi in un unico strumento di gestione impedirebbe di tenerli al riparo da possibili tempeste perette. Si tratti di instabilità bancarie piuttosto che di un’inflazione particolarmente incidente, come quella del momento storico attuale. Le banche stesse consigliano di tenere “attivo” il denaro, tenendo presenti le arie possibilità di investimento concesse anche tramite strumenti garantiti da ondi di tutela.

Risparmi al riparo dalle instabilità? Ecco dove conviene investire

Attualmente, sui depositi bancari vige un ordinamento che agisce anche a mo’ di tutela. In realtà, i sistemi di garanzia sono due: si tratta del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e del Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo (FGDCC). Due distinti consorzi, ai quali aderiscono, rispettivamente, tutte le banche italiane (succursali incluse) e quelle del circuito di credito cooperativo. Gli obiettivi sono sostanzialmente convergenti: permettere ai risparmiatori di gestire in sicurezza il proprio denaro, purché le somme rispettino la soglia di tutela (100 mila euro per ogni depositante e per ogni banca). Tuttavia, nonostante questo, la diversificazione dei propri investimenti diventa potenzialmente decisiva proprio per scongiurare brutte sorprese. In linguaggio tecnico, si direbbe “ridurre il rischio potenziale”.

I Buoni fruttiferi

Le strategie di investimento possono variare da un risparmiatore all’altro. Ad esempio, la tendenza maggioritaria riguarda l’indirizzo del denaro verso prodotti garantiti dallo Stato, si tratti di Buoni fruttiferi postali, Titoli di Stato o di altri strumenti di rendimento pressoché assicurato (soprattutto per i Buoni, sui quali vige la garanzia di Cassa Depositi e Prestiti). Molto, come detto, dipende dalla familiarità degli investitori con l’ambito finanziario. In linea di massima, Buoni e Libretti costituiscono strumenti più semplici, privi di costi di apertura, di gestione o di rimborso, fatta eccezione per gli oneri fiscali. E, come sempre in questi casi, la loro efficacia dipende in buona parte dalle somme a disposizione e dalla strategia pensata. Il rendimento dei Buoni emerge in modo più netto, chiaramente, sul medio-lungo periodo. Senza contare la possibilità di poter riscuotere le proprie somme in qualunque momento, inclusive degli interessi eventualmente in lì maturati. Il vincolo sul denaro sarebbe quindi breve, mentre il rendimento assicurato.

I Titoli di Stato

Diverso il discorso per i bond. In questo caso, l’emissione coinvolge direttamente il Ministero dell’Economia, con garanzia statale mantenuta ma rendimenti variabili a seconda dei fattori in gioco. Al momento, investire in obbligazione appare più conveniente isti gli interessi maturabili su un investimento speculare a quello dei Buoni fruttiferi. Bisogna però tener conto dell’oscillazione dei rendimenti dovuta a quella dei mercati, che regolano la sopravvivenza e, soprattutto, la bontà dell’operazione. Con la possibilità concreta che la vendita anticipata vada a generare una perdita, piuttosto che un guadagno in conto capitale. L’aumento del rischio, in pratica, sarebbe proporzionale al periodo residuo. Per la serie, meglio l’investimento della stagnazione ma guai a ritenersi al di sopra di ogni (pur minima) soglia di rischio.

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