Superbonus 110%, occhio allo stop: rischio pignoramento per milioni di appartamenti

Occhio alle possibili conseguenze derivanti dallo stop della cessione del credito del Superbonus 110%. Rischio pignoramento per milioni di appartamenti.

Brutte notizie in arrivo per molti proprietari di casa che rischiano di dover fare il conto con il pignoramento della propria abitazione in seguito allo stop alla cessione del credito. Ma cosa c’è da aspettarsi? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

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ContocorrenteOnline

Siamo ormai giunti all’inizio del mese di marzo 2023 e sono tante le novità con cui ci ritroviamo a dover fare i conti. Cambiamenti che finiscono per avere un impatto non indifferente anche su situazioni inerenti l’anno passato. Non parliamo solo del Covid o dell’aumento generale dei prezzi, ma anche dei bonus edilizi.

Nel corso del mese di febbraio 2023, infatti, il governo ha deciso di dire stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura per il Superbonus 110%. Una decisione che non è passata di certo inosservata, con molti che temono le possibili conseguenze. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Superbonus 110%, occhio allo stop, rischio pignoramento per milioni di appartamenti: cosa c’è da sapere

In base a quanto si evince dal comunicato stampa numero 21 del Consiglio dei Ministri, pubblicato in data 16 febbraio 2023, a partire dal 17 febbraio 2023 non è più possibile usufruire dello sconto in fattura o della cessione del credito per quanto riguarda il Superbonus 110% e gli altri bonus edilizi.

Una novità che ha inevitabilmente un impatto non indifferente sulle imprese e sulle famiglie che speravano di poter contare su tali misure. In particolare, a destare preoccupazione, sono le possibili conseguenze che tale stop può portare con sé. In tale ambito non sono passate inosservate le dichiarazioni rilasciate all’AdnKronos da Giuseppe Izzo, ceo di Uese Italia spa, una delle società che aiuta le imprese per la richiesta della Soa.

Entrando nei dettagli ha sottolineato come molte imprese edili stiano chiedendo ai proprietari degli immobili i soldi necessari a completare i lavori iniziati. Cifre che vanno dai 25 mila euro fino a 30 mila euro, che i soggetti in questione spesso non riescono a sborsare. Questo perché il via libera ai lavori di ristrutturazione è stato dato solo perché vi era la garanzia della cessione del credito.

Ora che quest’ultima non c’è più, sottolinea Izzo: “A partire da settembre di quest’anno, c’è il rischio che molte abitazioni possano essere oggetto di pignoramento, fino alla messa all’asta. Milioni di appartamenti che potrebbero persino essere persi dai legittimi proprietari che, di fatto, si sono limitati a fidarsi dello Stato. Un problema serio che riguarda in particolare chi ha iniziato ad eseguire i lavori a partire da ottobre dello scorso anno“.

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