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Categories: Economia e Finanza

Isopensione, cambia tutto con il nuovo decreto: chi può smettere di lavorare 7 anni prima

Il governo ha aggiornato è prorogato l’isopensione anche per il 2026. Vediamo nel dettaglio come funziona l’anticipo pensionistico introdotto per la prima volta nel 2013 con la Legge Fornero. 

Con l’approvazione del nuovo decreto milleproroghe, che ha già ricevuto il via da parte del senato, ma deve ancora essere sottoposto al voto della Camera dei Deputati, il governo ha introdotto alcune novità anche in tema previdenziale. La più importante riguarda sicuramente le isopensioni. 

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Si tratta di uno strumento varato per la prima volta nel 2012, all’interno della riforma Fornero, che adesso viene confermato fino alla data del 2026. L’isopensione è una tipologia di anticipo pensionistico che consente ad alcune categorie di lavoratori di poter raggiungere la pensione di vecchiaia, senza aver ancora maturato i requisiti richiesti dalla procedura ordinaria. 

Isopensione, chi ne ha diritto e quali sono i requisiti

È rivolta a lavoratori di aziende che hanno sotto contratto più di quindici dipendenti, e consente di andare in pensione sette prima di quanto prevedono le disposizioni attuali. Questo può però, può accadere soltanto nel caso in cui l’azienda abbia già raggiunto un accordo sia con l’Inps che con i sindacati.

Un’intesa che la impegna in modo diretto a versare al lavoratore l’importo pensionistico a cui accede in modo anticipato. Non si tratta della prima proroga varato da un governo su questa misura. Un’altra ad esempio c’era già stata nel 2020, ed è in quell’occasione che lo scivolo pensionistico era stato allungato a sette anni. 

L’isopensione prevista dalla Fornero infatti, prevedeva la possibilità di andare in pensione soltanto quattro anni prima del previsto. Nel momento in cui un lavoratore ha i requisiti richiesti, la domanda può essere presentata all’Inps sia da quest’ultimo, o in alternativa dal suo datore di lavoro. 

Cosa accade quando la richiesta viene accettata

Se la richiesta viene accettata, a quel punto l’impresa è tenuta a presentare una fideiussione bancaria. Sarà compito del datore di lavoro, nel momento in cui scatta l’isopensione per il lavoratore, coprire e versare regolarmente i suoi contributi figurativi. L’anticipo pensionistico può essere attivato anche per lavoratori di aziende con più di quindici dipendenti che hanno subito un licenziamento collettivo. È importante però precisare che questo strumento di anticipo pensionistico non è in alcun modo compatibile con quota 100 o quota 102. Per chi utilizza questo scivolo, sono però previste delle penalizzazioni sull’importo. In primo luogo perché in questo caso la cifra mensile spettante, non sarà soggetta alla normale rivalutazione sulle perequazioni che subiscono questa prestazioni previdenziali. 

E il lavoratore, è anche libero di decidere e optare per altre forme di anticipo a cui ha diritto, come quota 102 o Opzione Donna. Inoltre, chi percepisce l’isopensione, può comunque continuare a svolgere attività professionale, che siano da lavoratore dipendente o autonomo, nulla cambia.

Published by
Marco Infanti