Assegno unico, soldi in meno senza saperlo: le nuove regole di calcolo sanno di beffa

In base alle nuove regole di calcolo comunicate dall’INPS, ci sarà una penalizzazione assegno unico per alcune famiglie.

Di recente l’istituto previdenziale ha pubblicato le nuove regole di calcolo per l’assegno unico e universale per figli a carico. In particolare, la penalizzazione assegno unico si assisterà soprattutto per coloro che hanno presentato in anticipo l’ISEE.

Penalizzazione assegno unico
Conto corrente

Per ottenere l’importo corretto dell’assegno unico è necessario rinnovare l’ISEE a gennaio. Così facendo è possibile ricevere la somma di denaro che spetta in base alla propria condizione reddituale e patrimoniale. La mancata presentazione dell’indicatore ISEE non determina la decadenza al diritto dell’assegno unico. Tuttavia, coloro che non rinnovano il suddetto documento si ritroveranno a percepire l’importo minimo.

Ma il problema principale riguarda coloro che hanno presentato l’ISEE in anticipo, per i quali potrebbe essere prevista una penalizzazione in base alle nuove regole di calcolo adottate dall’INPS.

Penalizzazione assegno unico: facciamo chiarezza

L’importo dell’assegno unico erogato a febbraio dovrebbe essere calcolato in base alla certificazione ISEE del 2022. Questa opzione è prevista dalla normativa che ha istituito l’assegno unico e che ha introdotto il sussidio alla genitorialità a partire da marzo 2022. Di conseguenza, da marzo 2023 inizierà il nuovo anno dell’assegno unico, il secondo per l’esattezza.

Per questo motivo, febbraio 2023 fa ancora parte del primo anno di erogazione dell’assegno unico e, di conseguenza, il calcolo sarà effettuato in base all’ISEE 2022 presentato dai nuclei familiari.

Tuttavia, molti contribuenti stanno segnalando che il ricalcolo dell’assegno unico del mese di febbraio sta seguendo le regole del nuovo anno. In sostanza, l’assegno unico di febbraio sta tenendo in considerazione l’ISEE 2023 e non quello datato 2022, come previsto dalla normativa.

Questa novità nel calcolo dell’assegno unico rappresenta una penalizzazione, soprattutto per coloro che hanno un ISEE 2023 più alto rispetto al 2022 e si troveranno a percepire un importo inferiore, a febbraio, rispetto a quello che avrebbero dovuto ricevere.

In sostanza, l’INPS ha effettuato un cambio delle regole di calcolo in corsa senza, però, presentare alcuna comunicazione. Questa situazione di svantaggio riguarda molti nuclei familiari che stanno valutando la possibilità di presentare ricorso ai danni dell’INPS.

Cosa prevede la normativa?

Ma davvero l’INPS ha commesso un’irregolarità? A tale proposito è opportuno ricordare quanto definito dall’articolo 6, comma 7, numero 230 del 29 dicembre 2021 in cui sono indicate chiaramente le modalità di calcolo dell’assegno unico riferito ai mesi di gennaio e febbraio.

In tale occasione, si è precisato che dal momento che il periodo di percezione va da marzo a febbraio dell’anno successivo, il calcolo dell’importo per i primi due mesi dell’anno prenderà come riferimento l’ISEE in corso di validità a dicembre dell’anno precedente.

L’INPS ha poi pubblicato anche una circolare la numero 132 del 15 dicembre 2022, in cui sottolinea ulteriormente questa condizione, specificando che:

“L’ISEE in corso di validità al 31 dicembre 2022 continua a essere utilizzato per la determinazione degli importi dell’Assegno unico e universale relativi alle mensilità di gennaio e febbraio 2023; ciò in attuazione di quanto stabilito all’articolo 6, comma 7, del citato decreto legislativo n. 230/2021″.

Tuttavia, l’INPS ha anche specificato che: “laddove l’ISEE 2023 risulti già inviato la mensilità di febbraio viene calcolata sulla base della nuova attestazione”.

In sostanza, la penalizzazione riguarda i contribuenti che hanno rinnovato gli indicatori ISEE nei primi mesi del dell’anno. Ecco perché la penalizzazione assegno unico interessa coloro che hanno presentato l’ISEE in anticipo. In tal caso, l’INPS dovrà necessariamente effettuare il calcolo prendendo in considerazione il nuovo documento.

Questo cambio di procedura potrebbe aver favorito tutti coloro che hanno un indicatore 2023 più basso rispetto a quello datato 2022. Ma, allo stesso tempo, potrebbe essere stato penalizzante per i nuclei familiari con ISEE 2023 più alto rispetto all’ISEE 2022.

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