Pensione di invalidità, la Cassazione non ammette discussioni: “Stop agli over 65”

Così come ribadito dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza 3011/2023: non è possibile accedere alla pensione di invalidità per gli over 65.

Gli over 65 non possono percepire la pensione di invalidità civile. Di fatto, quest’ultima prestazione spetta a coloro che hanno almeno il 74% di invalidità permanente o sono inabili civili al 100% o hanno diritto all’accompagnamento.

Pensione di invalidità
Conto corrente

Attualmente l’importo erogato in favore dei beneficiari è di 525,17 euro per dodici mensilità. Affinché il cittadino, che ne ha diritto, riceva la prestazione per l’invalidità civile è necessario che vengano rispettati determinati requisiti reddituali:

  • Per la pensione di invalidità parziale non devono essere superato l’importo di 292,55 euro al mese, per tredici mensilità, e non si devono superare annualmente i 5.015 euro;
  • Per la pensione da inabilità è previsto lo stesso importo, ma il reddito non deve superare 17.050 euro lordi all’anno.

Al superamento dei suddetti limiti reddituali la pensione non viene più corrisposta.

Perché non è possibile percepire la pensione di invalidità al compimento del 65esimo anno d’età?

Stop alla pensione di invalidità per over 65: l’ordinanza della Cassazione

Come si legge nell’ordinanza della Cassazione «la pensione d’inabilità nonché l’assegno di invalidità civile non possono essere riconosciuti a favore di soggetti il cui stato di invalidità si sia perfezionato con decorrenza successiva al compimento dei sessantacinque anni, come si evince dal complessivo sistema normativo, che, per gli ultra-sessantacinquenni, prevede l’alternativo beneficio della pensione sociale».

In sostanza, coloro che perfezionano lo stato di invalidità, in data successiva al compimento del sessantacinquesimo anno di età, non possono accedere alla pensione di inabilità, perché la disciplina prevede un trattamento alternativo: la pensione sociale.

In base a quanto stabilito dalla normativa vigente non è possibile continuare a percepire la pensione di invalidità dopo il compimento del sessantacinquesimo anno di vita. Dunque coloro che percepiscono l’indennità, al raggiungimento della suddetta soglia anagrafica vedranno la loro pensione di invalidità trasformata d’ufficio in assegno sociale.

Dopotutto, la pensione d’invalidità è una prestazione economica riconosciuta al cittadino che ha una ridotta capacità lavorativa. Tuttavia, al superamento dei 65 anni, in base a quanto stabilito dal decreto legislativo numero 509 del 1988, il cittadino deve percepire una prestazione differente.

Cos’è l’assegno sociale?

L’assegno sociale è una prestazione economica riconosciuta al cittadino italiano e straniero che risiede in Italia e che si trova in condizioni economiche disagiate. Dunque, la prestazione economica è riconosciuta solo in presenza di determinate condizioni economiche e reddituali, che devono essere inferiori alle soglie previste dalla legge.

L’assegno sociale decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si è presentata la domanda.

In base a quanto stabilito dalla normativa che disciplina il trattamento economico, il beneficio ha carattere provvisorio. Di conseguenza, l’INPS si riserva la possibilità di verificare periodicamente il possesso dei requisiti socio-economici che hanno dato accesso all’assegno.

Nel 2023, anche l’assegno sociale ha subito la rivalutazione per effetto del tasso di inflazione 2022. Di conseguenza, l’importo erogato in favore dei beneficiari è pari a 503,27 euro al mese per 13 mensilità.

Ad ogni modo, hanno diritto a percepire la misura intera, i soggetti non coniugati che non possiedono alcun reddito o i soggetti coniugati il cui reddito familiare è inferiore al limite previsto dalla disciplina. Hanno diritto a percepire l’assegno sociale in misura ridotta, coloro che non sono coniugati o hanno un reddito inferiore all’importo annuo dell’assegno e i soggetti coniugati che hanno un reddito familiare compreso tra l’ammontare annuo dell’assegno e il doppio dell’importo annuo dell’assegno

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