La pensione non è più un miraggio: come lasciare il lavoro con sette anni di anticipo

Andare in pensione con sette anni di anticipo per godersi il meritato riposo sarà possibile almeno per questi lavoratori.

La pensione di vecchiaia si raggiunge al compimento dei 67 anni di età ma molti lavoratori potranno lasciare il lavoro a 62 anni.

pensione 62 anni
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Alla domanda “chi vorrebbe andare in pensione prima dei 67 anni?” la maggior parte di lavoratori alzerebbe la mano senza troppe riflessioni. Determinate occupazioni considerate più pesanti presentano un livello di difficoltà complicato da sostenere mentre si avanza con gli anni. Da qui l’esigenza di interrompere l’attività lavorativa poco dopo i 60 anni. Con Quota 103 ricordiamo che il Governo ha concesso il pensionamento al raggiungimento dei 62 anni di età con 41 anni di contribuzione. La platea dei beneficiari, però, è piuttosto ristretta a causa dell’elevato numero di contributi. Poi ci sono Quota 41 e la pensione per precoci, anch’esse rivolte ad un limitato numero di lavoratori.

I dipendenti del settore privato, però, devono ricordare che il Decreto Milleproroghe consente loro di approfittare di specifici benefici con riferimento al pensionamento anticipato. Sono state addirittura stanziate nuove risorse per favorire gli scivoli verso la pensione e per l’attivazione dei fondi di solidarietà nel settore credito.

In pensione sette anni prima, quando è possibile

I contratti di espansione sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2023. Destinatari sono i dipendente del settore privato e creditizio che saranno liberi di lasciare il lavoro fino a cinque o sette anni prima (comparto bancario e creditizio grazie ai fondi di solidarietà) a spese del datore di lavoro. Condizione necessaria è il rispetto di una soglia dimensionale dell’azienda da cinquanta dipendenti a 250. Il limite può essere raggiunto anche sommando le unità di più realtà aziendali se appartenenti ad una aggregazione di imprese.

Una platea di beneficiari più ampia rispetto al passato che include tutti i lavoratori privati che hanno sottoscritto i contratti di espansione. Rimangono fuori le Piccole e Medie imprese che potranno approfittare di un diverso scivolo pubblico che consente di lasciare il lavoro con tre anni di anticipo.

Come funziona il pensionamento anticipato

Il pensionamento per i dipendenti privati viene concesso a 62 anni di età o 64 anni. Il fine è favorire il ricambio generazionale della forza lavoro prima del tempo. Per poter approfittare di questa opportunità sarà necessario che l’azienda stipuli un accordo con il Governo ovvero un contratto di espansione. Parliamo di un accordo tra impresa, Ministero del Lavoro e organizzazioni sindacali caratterizzato da quattro punti saldi.

  • il numero di dipendenti da assumere e l’individuazione dei profili professionali compatibili con i piani di riorganizzazione e reindustrializzazione,
  • l’indicazione della durata a tempo indeterminato dei contratti di lavoro (incluso il contratto di apprendistato professionalizzante).
  • la riduzione complessiva media delle ore di lavoro con riferimento alle professionalità in organico nonché del numero di dipendenti interessati e di coloro che possono avere accesso alla pensione anticipata.

I lavoratori che firmano i contratti di espansione riceveranno un trattamento di natura economica proporzionato rispetto all’importo dell’assegno pensionistico futuro. La somma sarà a carico dell’azienda e tale indennità verrà corrisposta fino alla maturazione dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia (o anticipata ordinaria).

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