Andare in pensione con pochi contributi non è una chimera. È un’opportunità di cui pochi parlano. Scopriamo come fare.
Siamo abituati a pensare che per andare in pensione sia necessario maturare il giusto numero di anni contributivi, secondo quanto stabilito dalla riforma in vigore.
Ad esempio, attualmente è in vigore la riforma Fornero, che prevede il raggiungimento di 67 anni di età e il versamento di almeno 20 anni di contributi. In alternativa, è possibile andare in pensione a partire dal 63esimo anno di età, purché il lavoratore abbia maturato 41 anni e 10 mesi di contributi, e la lavoratrice 40 anni e 10 mesi di contributi.
Si tratta di un requisito contributivo estremamente alto, che tende a far credere che sia impossibile accedere ad un assegno di pensione con pochi anni di versamenti contributivi.
Eppure ci sono delle eccezioni, previste dall’ordinamento giuridico italiano.
Ci stiamo riferendo alla possibilità di andare in pensione a partire da cinque anni di versamenti contributi o addirittura senza alcun contributo.
Pensione con pochi contributi: è tutto vero
In Italia, è possibile andare in pensione con pochi contributi. Per sfruttare quest’opportunità sono disponibili diverse misure di pensionamento. Tra queste vi è la cosiddetta opzione contributiva Dini e la legge Amato.
Nel primo caso, il lavoratore ha la possibilità di andare in pensione dopo aver effettuato il versamento di 15 anni di contributi. Quest’opzione è fruibile per coloro che hanno versato almeno un contributo prima del 31 dicembre 1995 e almeno cinque anni di contributi dopo il 1 gennaio 1996.
Mentre la legge Amato, che è ancora in vigore, prevede tre ipotesi per ottenere la pensione con soli 15 anni di contributi:
- Coloro che hanno versato integralmente i contributi prima del 31 dicembre 1992;
- Coloro che hanno avuto prima del 26 dicembre 1992 l’autorizzazione al versamento di contributi volontari, anche senza averli materialmente pagati;
- I lavoratori con almeno 25 anni di anzianità assicurativa per i quali sono necessari quindici anni di contributi e 10 di lavoro per periodi inferiori alle 52 settimane.
Pensione con cinque anni di contributi
Oltre alle misure appena descritte, l’ordinamento giuridico italiano permette di andare in pensione con 5 anni di contributi. In tal caso, però, è necessario rispettare determinati requisiti. Intanto i contributi non devono essere stati versati prima del 31 dicembre 1995 e il lavoratore deve essere iscritto a casse previdenziali gestite dall’INPS. Inoltre, per poter ottenere la pensione con soli 5 anni di versamenti contributivi occorre raggiungere il 71esimo anno di età.
Nel caso in cui i contributi in questione siano stati versati prima del 1 gennaio 1996, il lavoratore ha la possibilità di scegliere il computo, ovvero il trasferimento dei contributi nella gestione separata INPS.
In tal caso, è possibile chiedere di andare in pensione con l’opzione contributiva solo se il lavoratore ha accumulato almeno 15 anni di contributi e non 5. Inoltre è necessario che almeno uno di questi anni, e meno di 18, risultino versati prima del 31 dicembre 1995.
Andare in pensione senza contributi
Coloro che non hanno mai versato contributi, perché non hanno mai lavorato o perché non hanno mai lavorato con un regolare contratto, possono comunque accedere ad un trattamento pensionistico. Ci stiamo riferendo all’assegno sociale, all’assegno di invalidità o alla pensione di cittadinanza.
Per accedere all’assegno sociale è necessario aver compiuto 67 anni di età e avere un reddito non superiore a quelli previsti dalla legge. L’importo erogato sarà pari a 503,27 euro (nel 2023) erogato per tredici mensilità.
Per l’assegno di invalidità sono sufficienti almeno cinque anni di versamenti contributivi, di cui tre nell’ultimo quinquennio che precede la domanda. In tal caso, l’invalidità deve essere legata ad una riduzione della capacità lavorativa di almeno un terzo. L’importo erogato in favore del beneficiario dell’assegno di invalidità è perfetta di 386,27 euro al mese per 13 mensilità.
Infine, coloro che hanno un ISEE non superiore a 9.360 euro all’anno hanno la possibilità di accedere alla pensione di cittadinanza che può arrivare fino a 780 euro al mese.
Anche le casalinghe e i casalinghi che aderiscono al Fondo a loro dedicato possono accedere alla pensione con soli cinque anni di versamenti contributivi e al raggiungimento di 57 anni d’età.