La trappola della pace fiscale, attenzione a non fidarsi troppo!

Dietro la promessa della pace fiscale potrebbe nascondersi una trappola ben congegnata. I contribuenti devono stare attenti se non vogliono perdere i propri soldi.

I malintenzionati approfittano delle “debolezze” dei cittadini per rubare identità e soldi. L’ultimo raggiro si basa sulla tregua fiscale decisa dal Governo Meloni.

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Contocorrenteonline.it

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto la Rottamazione quater con la definizione agevolata per le cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 e la cancellazione dei debiti sotto i mille euro dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. Una doppia possibilità che permetterà a tanti debitori un bel risparmio. I contribuenti devono prestare attenzione, però, a non cadere nei raggiri. Innanzitutto devono tenere bene a mente che lo stralcio sarà automatico. Di conseguenza, dovessero arrivare email oppure sms che invitano ad aderirvi dovranno essere eliminate immediatamente e non considerate. L’accesso alla definizione agevolata, invece, è legato ad una richiesta di domanda di adesione da parte dell’interessato. Qui dobbiamo ricordare di utilizzare solamente i canali ufficiali dell’Agenzia delle Entrate senza lasciarsi trascinare in portali creati appositamente da cyber criminali che mirano ai soldi dei cittadini. Ma come difendersi dalle trappole del web?

La trappola si evita con semplici accorgimenti

L’Agenzia delle Entrate ha messo in allerta i cittadini informandoli di tentativi di phishing che mirano ai soldi. Esistono diverse tipologie di truffe. Le più note riguardano avvisi di cartelle esattoriali da pagare immediatamente per non incorrere in sanzioni pesanti oppure riportano link su cui cliccare per aderire alla definizione agevolata o al condono di debiti.

Mai cliccare su questi link. L’AdE ha più volte riferito quali sono i canali utilizzati per comunicare con gli utenti e non vi rientra la comune email. Per notificare atti ufficiali, infatti, l’Agenzia utilizza la PEC, Posta Elettronica Certificata. In più ribadisce come non vengano mai allegati file Excel. Le finte email diventano così più riconoscibili conoscendo i dettagli a cui prestare attenzione.

L’ultima truffa che viaggia sul web

Arriviamo all’ultima truffa segnalata dall’AdE. Nel testo dell’email che arriva al malcapitato si fa riferimento ad anomalie sulla liquidazione dell’IVA. Vengono segnalate incongruenze o incoerenza di dati e si invita a cliccare su un link per risolvere la problematica. Così facendo e seguendo le indicazioni dei cyber criminali si permetterà loro di rubare i nostri dati sensibili. Questi potrebbero essere utilizzati per raggiungere biechi scopi.

Spesso i messaggi trappola contengono errori grammaticali o sono testi generici senza riferimenti ad informazioni personali. Attenzione anche al più piccolo dettaglio che potrebbe consentire il riconoscimento della truffa. Per evitare ogni problema basterà contattare direttamente l’Agenzia delle Entrate utilizzando i canali ufficiali e chiedendo delucidazioni sull’email ricevuta.

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