Il Congedo 104 può essere richiesto per legge sia da lavoratori pubblici che privati, ma esistono delle differenze. Vediamo insieme cosa prevede la normativa di riferimento.
Ogni lavoratore ha la possibilità garantita dallo stato, di potersi assentare dal lavoro per assistere un familiare o un convivente in difficoltà, senza essere penalizzato economicamente.
Si tratta di un diritto che può essere attivato con la richiesta del congedo straordinario.
Il congedo 104 può essere richiesto fino ad un massimo di due anni consecutivi, ma c’è un’eccezione …
Attraverso infatti questo strumento, è possibile assentarsi dal lavoro, senza che la retribuzione giornaliera venga per questo decurtata. Il congedo straordinario può essere richiesto fino a un massimo di due anni consecutivi. E questo vale anche per i nuclei familiari che hanno al loro interno più componenti della famiglia affetti da disabilità. Non è infatti “possibile” raddoppiare il congedo in questi termini. Anche se vengono comunque concesse delle agevolazioni ai genitori figli di un disabile. In questo caso ad esempio, diventa possibile per legge per la coppia, richiedere il congedo straordinario per lo stesso figlio. Una possibilità che invece lo stato solitamente non concede.
Questo però avviene a una condizione: che i genitori in questione non usufruiscano contemporaneamente dei giorni di permesso se hanno in cura lo stesso figlio. Questa possibilità è stata infatti prevista, affinché venga garantito al figlio disabile, un periodo di assistenza di almeno quattro anni, rispetto ai due previsti dal congedo straordinario. Ma non viene però consentito ai genitori di accudire insieme il figlio con il congedo straordinario. Possono dunque farlo, soltanto uno per volta.
Quali sono le differenze tra lavoratori pubblici e privati per richiederlo?
Esistono delle differenze tra la richiesta di congedo straordinario che avanza un lavoratore pubblico, e quella invece presentata da un lavoratore privato. Andiamo adesso a vedere insieme cosa dice la legge in merito. Va inoltre precisato, che questa possibilità di congedo è riservata esclusivamente a lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato. Non possono richiederlo i lavoratori autonomi, siano essi o meno titolari di Partita Iva.
Congedo 104, ecco come presentare la domanda
Nel caso in cui si tratta di un dipendente pubblico che intende richiedere il congedo straordinario, questi deve in primo luogo presentare la domanda all’amministrazione pubblica per cui lavora. Non esistono moduli appositi per compilare la richiesta. E il lavoratore è dunque tenuto in questo caso a presentare un’istanza scritta di suo pugno. La legge, e nello specifico va citata la circolare INDAP numero 22 del 10 Gennaio 2022, stabilisce che nel momento in cui la domanda viene accettata, il congedo straordinario deve a quel punto essere concesso entro 60 giorni.
Anche se va purtroppo annotato, che spesso i dipendenti pubblici tendono ad aspettare molto di più, a causa di lungaggini burocratiche che allungano i tempi di attesa nonostante le disposizioni vigenti. Nel documento da presentare all’ente pubblico di riferimento, il lavoratore è tenuto ad inserire alcuni dati obbligatori, pena la decadenza della domanda. Andrà ad esempio descritto e documentato lo stato psico-fisco del familiare in difficoltà che si deve assistere.
Non può essere concesso in caso di genitori troppo anziani da assistere
A tal proposito, è inoltre bene ricordare che il congedo straordinario può essere concesso solo di fronte a casi di malattia e disabilità. Non si può utilizzarlo, per assistere un genitore troppo anziano. Va poi anche dimostrata la reale convivenza che sussiste tra il richiedente e la persona che ha bisogno di assistenza. Inoltre, nel momento in cui il lavoratore che ha ottenuto il congedo straordinario, si trasferisce in un domicilio diverso da quello del familiare da assistere, il beneficio decade.
La procedura per i lavoratori privati è invece diversa. In questo caso infatti, il lavoratore dipendente del settore privato può inviare la sua richiesta all’Inps, per via telematica. In questo, il processo di elaborazione della domanda è molto più “snello”. Nel momento in cui la richiesta viene accettata, la decorrenza del congedo avrà inizio dalla data che è stata indicata dal lavoratore nel documento. In alternativa, per avviare la procedura, il dipendente può recarsi fisicamente in uno dei Caf presenti sul territorio, e farsi dunque aiutare dal consulente preposto.
Il datore di lavoro ha tempo 60 giorni per concedere il permesso.