Reddito di Cittadinanza, sarò davvero cancellato? Tutte le novità del 2023

In molti si chiedono se alla fine il Reddito di Cittadinanza sarà davvero cancellato dal governo nel 2024. Vediamo insieme le modifiche apportate nell’ultima legge di bilancio al sussidio. 

Come aveva promesso fin dall’inizio della campagna elettorale che l’ha portata a Palazzo Chigi, il premier Giorgia Meloni ha iniziato a modificare pesantemente il Reddito di Cittadinanza con la nuova legge di Bilancio 2023. 

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Cambiamenti che però saranno probabilmente validi solo per il 2023, in quanto l’intenzione del governo resta quella di cancellare questo sussidio. 

Cosa cambia nel 2023

Ma andiamo adesso a vedere quali sono le modifiche introdotte dal governo al sussidio quest’anno. Cambia in primo luogo la durata massima dei mesi di copertura del contributo, che diventa adesso di sette mesi.

La durata massima dei 18 mesi, resta invariata soltanto per i nuclei familiari che hanno figli minori a carico, per le persone affette da disabilità. E in ultimo, gli anziani con un’età pari o superiore a 60 anni. Sono stati poi inseriti dei nuovi obblighi per i percettori, come quello di dover obbligatoriamente frequentare un corso di formazione della durata di sei mesi. Diventa poi necessario anche concludere l’obbligo scolastico, per tutti i beneficiari nella fascia di età compresa tra i 18 e i 29 anni. Un’altra modifica molto importante, è stata riservata alla possibilità di avere un piccolo reddito lavorativo, da poter aggiungere all’importo del reddito. 

Ai percettori dell’RDC, viene adesso consentito di avere un reddito lavorativo senza perder il beneficio

Fino al limite massimo dei 3mila euro annuali, viene infatti adesso consentito ai percettori del sussidio di poter accumulare reddito da lavoro entro questa soglia, senza perdere il diritto all’RdC. Diventano molto più stringenti i termini entro cui invece si può rifiutare un’offerta di lavoro. Cade infatti il parametro di “offerta congrua”, e il contributo smette di essere erogato alla prima offerta disponibile. Viene poi escluso e limitato l’intervento dei Centri per l’Impiego e dei servizi sociali per quanto riguarda i percorsi previsti dall’RDc per il reinserimento sociale. 

Cambiano anche alcune modalità di erogazione del beneficio. Ad esempio, con le nuove modifiche, la parte dell’RDC destinata a pagare l’affitto del percettore, viene adesso accreditata direttamente sul conto corrente del locatore dell’immobile. Resta in vigore anche per il 2023 l’incentivo alle assunzioni dei percettori dell’RDC per i datori di lavoro. Nel caso infatti in cui questi assumano, con regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato, un beneficiario del sussidio, gli sarà riconosciuto l’esonero totale, pari al 100 per cento dei contributi previdenziali a suo carico. 

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